Roma

Spalletti e il tabù «Sarà De Rossi l’uomo decisivo»

«Una partita che gratta nel sentimento». Così Luciano Spalletti definisce Roma-Juventus, la classica che arriva con largo anticipo rispetto al passato e con un orario insolito, le 18, per una sfida domenicale. È già pronto il piano di sicurezza: tra polizia, alla quale spetta il comando delle operazioni, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani, militari saranno impegnate oltre mille persone, più i cani-poliziotto. Quattrocento invece gli steward della Roma dentro lo stadio. Ieri operazione di bonifica nella zona dell’Olimpico, attesi 55mila spettatori.
Spalletti vuole rompere il tabù Juventus: in 12 anni e 17 confronti diretti, non ha mai vinto (solo 3 pareggi). «Una volta ci sono riuscito in Coppa Italia - fa notare il tecnico giallorosso -. Comunque gioco sempre per raggiungere il massimo risultato, per mettere la bandierina in cima alla vetta. Sarà una partita stimolante proprio perché non ho mai vinto in campionato». Il tecnico punta molto su De Rossi, che ha iniziato sotto tono la stagione. «Daniele può giocare alcune partite al di sotto delle proprie possibilità, ma sono convinto che saprà determinare la partita più degli altri. Dovremo fare attenzione a Diego, ma se Daniele farà quello che è previsto, non correremo rischi. Credo che Roma e Juve abbiano rose importanti, quello che fa la differenza è il modo di lavorare nel corso della stagione. Loro verranno qui per vincere e non si faranno intimorire, hanno una grande mentalità che fa parte della loro storia. Dovremo fare una grande partita sotto l’aspetto della lotta».
A Spalletti non piace l’alone di pessimismo che si è creato intorno alla Roma e non è d’accordo con chi imputa le difficoltà difensive solo al portiere. «Sotto l’aspetto del gol stiamo facendo bene, lo dicono i numeri. La parte difensiva si può migliorare, ma non bisogna addossare le colpe ad Artur, perchè tutti i giocatori determinano la fase difensiva. Dovremo essere più squadra, un gruppo compatto».
Il tecnico giallorosso ha parole di stima per Ciro Ferrara. «Ha qualità per fare bene, a livello umano ha mostrato ottime cose, Ferrara riporterà la grande esperienza maturata da calciatore anche come allenatore. Sicuramente vestire i panni del mister richiede di mettere a posto alcune differenze, come gestire chi va in tribuna o motivare un giocatore escluso nella partita precedente, ma credo che lui ci riuscirà».
Per sgambettare la Juve, Spalletti dovrà ancora aggrapparsi a Francesco Totti, già dieci gol nelle prime cinque partite ufficiali e ben otto reti infilate in carriera all’amico Buffon. Al tecnico è stato fatto notare che dopo la partita con il Kosice non è sembrato troppo soddisfatto della gara del capitano. «Per un allenatore - spiega Spalletti - andare in sala stampa e dire che lui è diverso dagli altri è una risposta a tutto. Io oltre a rimarcare le sue qualità gli dico cosa deve migliorare. A Genova ad esempio ha perso troppe palle e deve migliorare di testa. Francesco è un giocatore stratosferico, ogni volta che tira crea pericoli, ma se tira una volta in più è meglio. Io di Totti ne vorrei avere 3 o 4, ma bisogna pressare per mettere in difficoltà i difensori. Deve migliorarsi e se una cosa non gli riesce non deve dire “non sono le mie qualita“».


Juan sta bene, ma Burdisso dovrebbe essergli preferito, Cassetti e Guberti sono in vantaggio su Motta e Vucinic per una maglia da titolare, recuperato Baptista.

Commenti