Massimo Malpica
Un allarme per la sicurezza dei trasporti. Un altro per la dialettica politica che a Roma è schiacciata sotto il peso del consenso blindato del sindaco, Walter Veltroni. Il senatore dellUdc Mario Baccini è preoccupato per lincidente in metropolitana di piazza Vittorio, ma anche per le reazioni del Campidoglio alle polemiche successive. «Nessuno vuol far mancare lo spirito di solidarietà alla città - esordisce - ma di certo vorrei che anche il Comune fosse animato da un senso di responsabilità che non può venir meno di fronte a fatti così gravi e importanti».
Ritiene che il tamponamento di martedì sia imputabile al Campidoglio? Veltroni in consiglio ha ipotizzato lerrore umano.
«Dico solo che accanto alla responsabilità tecnica dovremo accertare leventuale responsabilità politica del disastro. I romani vogliono sicurezza nei trasporti, e lamministrazione comunale deve garantirla. Prevenendo episodi come quello di martedì, invece di dimostrare la sua efficienza solo dopo, nei soccorsi, peraltro gestiti anche da Regione e prefettura. Quindi si valuti se è stato errore umano o difetto del mezzo, ma si accerti anche con unindagine che cosa ha fatto lamministrazione per evitare la tragedia. Per fare un esempio, levento potrebbe essere stato causato dallaltissima frequenza su quella linea. Comunque la richiesta di unindagine non dovrebbe rendere colpevoli del reato di lesa maestà verso il sindaco».
Si riferisce alle accuse di sciacallaggio rivolte dalla maggioranza a chi tirava in ballo il primo cittadino?
«Accuse da rispedire al mittente. Piuttosto mi stupisce che Met.Ro. non abbia nemmeno chiesto scusa alla città per quanto accaduto. Non vorrei che tutto si riduca a una corsa tra chi è con il sindaco e chi è contro. Chi governa deve assumersi le proprie responsabilità, e Veltroni dovrebbe garantire ai cittadini che viaggiare con i mezzi pubblici, a Roma, non è pericoloso come sembrerebbe in questi giorni. Detto questo, insisto: mi preoccupa che la richiesta di chiarezza a chi governa la città leda la suscettibilità del primo cittadino».
Che ha replicato «scaricando» le eventuali responsabilità politiche su Storace.
«Storace ha il solo demerito di aver lavorato per Roma senza proclami e senza propaganda, con uno stile diverso dal sindaco, ma con più cuore. Mentre oggi, in questa città, non cè più spazio per il dibattito interno, soffocato da spot, propaganda ed effetti speciali».
Non è mica vietato criticare Veltroni...
«Non lo è, ma chiunque accenna a una critica anche costruttiva viene accusato di disturbare il manovratore. Qualsiasi forma di censura e persino la dialettica politica vengono soffocate».
È compito dellopposizione non farsi soffocare.
«Sì. Una dialettica, anche forte, è fondamentale per la democrazia. Ed è lunico modo per salvarsi dal rischio di finire a fare i camerieri di Veltroni. Mi dispiace dirlo, ma mi riferisco anche a qualcuno del centrodestra. Sono tentato dal rilanciare un grande movimento popolare qui nella capitale, per rivendicare tutto quello di cui la città ha bisogno».
E per rilanciare unopposizione più dura al centrosinistra che ormai qui ha un suo caposaldo?
«Sia chiaro: non lavorerò mai contro Roma. Ma nemmeno intendo farmi intimidire dalla gogna mediatica a cui viene condannato chiunque punti il dito contro il sindaco. Di fronte a un evento come questo, chiunque altro sarebbe stato chiamato a rispondere del disastro.
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