Cultura e Spettacoli

"Acque profonde", Adrian Lyne torna all'antropologia di coppia

La tensione erotica tra Affleck e la De Armas (amanti ai tempi delle riprese), non basta a rendere avvincente la dissezione dei giochi di potere tra coniugi, perché a mancare è il mistero

"Acque profonde", Adrian Lyne torna all'antropologia di coppia

Acque profonde segna il ritorno alla regia di Adrian Lyne a vent’anni dal suo ultimo film, “Unfaithful – L’amore infedele”.

Il cineasta britannico ha firmato veri cult negli anni ’80, come “Flashdance”, “Attrazione Fatale”, “Proposta indecente” e “9 settimane e ½” ed è stato un’icona di un genere difficile e oggi un po’ in disuso come il thriller a tinte erotiche. “Acque profonde”, pur tentando di far parte di quel tipo di pellicole, si configura meglio come dramma borghese e, seppur gelido, sentimentale.

L’opera si ispira a un romanzo noir statunitense del 1957 firmato da Patricia Highsmith, scrittrice dalle cui opere sono stati tratti “Il talento di Mr.Ripley” di Anthony Minghella e “Carol” di Todd Haynes ma anche, nel 1981, una prima versione proprio di “Deep Water”. All’epoca a misurarsi col testo fu il regista francese Michel Deville e i protagonisti furono Jean Louis Trintignant e Isabelle Huppert. Lyne sceglie invece Ben Affleck e Ana De Armas, attori che si legarono sul set nel 2019 e si lasciarono a inizio 2021, per confezionare quello che tutto sommato è un adattamento piuttosto elementare.

Vic (Ben Affleck) e Melinda (Ana de Armas) Van Allen sono sposati e hanno una figlia. La loro è una famiglia altoborghese che vive di rendita grazie a lui, già in pensione dopo aver inventato il microchip che permette ai droni di localizzare gli obiettivi umani. Vic è innamoratissimo della moglie e le permette una vita agiata e libera. Lei, a tali privilegi, risponde con tradimenti serviti con contorno di sadismo perché non troppo nascosti. Bellissima e inquieta, Melinda si sceglie di volta in volta un amante giovane che non esita a sfoggiare ai party cui partecipa anche il coniuge. Peccato che gli eletti si trasformino ben presto in malcapitati, facendo una brutta fine.

L’ambiguità è la cifra della coppia protagonista. Lei appare vitalissima e spontanea, ride di gusto, canta, balla, sorride e flirta ma in realtà ha troppa confidenza con la bottiglia e patisce di non considerarsi abbastanza intelligente per essere la compagna di un genio. Lui finge di non sentirsi in colpa per come la sua invenzione mieta vittime in guerra, si diverte a millantare di aver eliminato un amante della moglie e per la maggior parte del tempo è immobile in una passività che “vende” come pacificata e che invece nasconde sofferenza.

La De Armas, già sublime Bond Girl Paloma di “No Time to Die”, riesce in "Acque profonde" nell’impresa (non facile) di essere addirittura più sexy che bella. La sua Melinda loliteggia sfrontata e umilia il consorte in una sfida pericolosa atta a ravvivare il matrimonio. L’atmosfera è sensuale e torbida ma fredda. I due protagonisti comunicano solo a colpi di ripicche e giochetti, arredando di terzi incomodi la prigione esistenziale in cui si sono rinchiusi in maniera consensuale. Annoiati, appassionati e colpevoli in parti uguali, i due accorciano la distanza emotiva che li separa partecipando, ognuno nel proprio ruolo, a una commedia perversa.

L’inserimento di alcune scene sensuali, la curiosità per la liason reale tra i due interpreti e la fama che precede il maestro Lyne sono argomenti sicuramente in grado di far propendere per la visione. Resta il fatto che da spettatori ci si senta come Vic mentre si dedica al suo hobby di osservare le lumache in una teca. C’è distanza dal film, la vicenda resta sullo schermo e trascorriamo due ore a contemplare esseri umani che compiono più o meno le stesse cose. Col passare dei minuti, malgrado l’avvenenza dei coinvolti e la splendida cornice in cui si muovono, il fascino dell’insieme va diradandosi. Il disvelamento (in realtà una conferma) di chi sia il responsabile delle sparizioni si ha già a metà film e così la seconda ora si trascorre vedendo andare in scena, ancora una volta, le medesime dinamiche, così che il gioco da pericoloso si fa noioso.

Premesse potenzialmente interessanti su di un rapporto problematico e tossico sfociano troppo presto in un racconto privo di mordente, (oltre che di mistero, tensione e suspense), che prende pieghe poco verosimili. L’infinito palleggio tra le esuberanti provocazioni di lei e la finta rassegnazione di lui, alla lunga, lascia abbastanza indifferenti.

Imperdibile la cover al pianoforte di “Via con Me” di Paolo Conte in cui si cimenta la De Armas: una piccola e maliziosa delizia, da apprezzare assolutamente in lingua originale.

“Acque profonde” è disponibile da oggi in streaming su Amazon Prime Video.

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