Ci sono discografici che hanno avuto un rilievo enorme ma una popolarità piccina al confronto dei risultati raggiunti. Piero Sugar è stato uno di questi e oggi, oltre alla sua famiglia, ne piange la morte anche quella parte di musica e di cultura italiana che nel Secondo Dopoguerra ha trovato energia e intelligenza per farsi invidiare nel mondo. Piero Sugar era il marito di Caterina Caselli e il padre di Filippo, oggi ad del Gruppo Sugar e discografico di punta della scena italiana. Sulle sue spalle oggi c'è il peso simbolico di una tradizione musicale che dagli anni Sessanta ha esaltato talenti enormi da Gigliola Cinquetti a Raphael Gualazzi e oggi porta nel mondo testimoni della musica italiana come Andrea Bocelli. Classe 1937 era figlio di Ladislao che nel 1960 lo chiamò ad affiancarlo nella guida della Cgd Sugar. Da allora Piero Sugar ha «firmato» tantissimi successi, tra i quali il primo della sua futura moglie, Nessuno mi può giudicare, inizialmente «assegnato» ad Adriano Celentano che però preferì puntare su Il ragazzo della via Gluck lasciando spazio a Caterina Caselli che lo incise. Lei diventò una star e cambiò anche la vita di Piero. Caterina Caselli, donna di raro talento e grandiosa signorilità, ha raccontato a Vanity Fair che, nel momento del grande successo, «spesso e volentieri dopo i concerti e le serate mi ritrovavo sola in albergo e mi dicevo: cosa pagherei per essere con i miei amici. Poi è accaduta una cosa molto importante, che mi ha cambiato la vita: mi sono innamorata di Piero: mio marito».
La loro storia d'amore è stata tra le più durature ed emozionanti degli ultimi decenni soprattutto perché vissuta lontano dai riflettori e molto vicina al buon senso delle grandi famiglie che hanno cambiato il nostro modo di essere italiani. Piero Sugar è stato un protagonista di questo cambiamento. E oggi che se ne va in silenzio, lascia un vuoto che nessuno può pensare di colmare.
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