Addirittura c'è chi suggerisce di mettere la sua statua al posto del cavallo morente davanti alla sede di viale Mazzini. Amadeus esce «vittorioso come un guerriero da questa edizione». E già viene designato dall'amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes per il Sanremo quater. «Squadra che vince non si cambia», ha detto ieri nell'ultima conferenza stampa che ha celebrato il Festival dei record, il più visto degli ultimi 25 anni (media complessiva 58,4 per cento; 65 nella serata finale con 13.205.000 spettatori). E il presentatore ha accettato di buon grado: «Sono onorato della proposta - ha risposto - avremo modo di vederci, di ragionare a menti riposate e di affrontare anche nuovi progetti perché la Rai è casa mia».
Insomma Amadeus in questo momento è veramente il simbolo della rinascita del Paese, della voglia della gente di festeggiare, di trovarsi coralmente a mandare a quel paese la tristezza e la pandemia. In contrasto al gelo dell'edizione e dell'Italia dello scorso anno. E, dunque, la speranza è che «il mio prossimo Festival sia libero dall'incubo del virus».
Intanto Amadeus si gode il momento («Me lo ricorderò per sempre») e riassume così il suo triplette in Riviera: «Il mio primo festival ha fatto rumore. Il secondo ha fatto stare zitti e buoni, Ma il terzo è da brividi».
Insomma, il successo di ora è figlio del dramma del lockdown dell'anno passato «perché nasce dalla mia follia di trasformare quel Festival paralizzato dalla mancanza del pubblico in una festa della musica nonostante la gente magari non avesse voglia di allegria. E di dare priorità alla musica amata dai giovani perché erano loro quelli che soffrivano di più a stare chiusi in casa. Un percorso che si è trasformata in una rivoluzione: i big della musica italiana sono tornati al Festival e non come super ospiti ma in gara». Tanto che i giovani si sono trasferiti in massa sul primo canale, loro che la tv lineare non sanno nemmeno cosa sia. «Erano sintonizzati il 73,5 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni», ha spiegato il direttore di Raiuno Stefano Coletta, «e ora il nostro compito è tenerceli attaccati». Boom ovviamente sulle piattaforme social Rai.
I risultati di ascolti si sono riversati sugli introiti pubblicitari. Anche qui i numeri sono record: 42 milioni di incasso, 4 in più dello scorso anno che portano nelle casse della tv di Stato ben 24 milioni. Visto che i costi sostenuti sono simili a quelli della scorsa edizione. E questo grazie alla nuova strategia di avere più partnership rispetto alla sponsorizzazione unica come era negli scorsi anni.
Certo, ricordiamo, non tutto è stato così scintillante. Rimarranno gli echi delle polemiche sulla liberalizzazione della cannabis che hanno accompagnato il passaggio di Ornella Muti e rimarrà un'ombra sulla questione del favoreggiamento concesso a Morandi con il doppio ruolo di Jovanotti di autore in gara e super ospite. Ma ad Amadeus resteranno altri ricordi: «La prima volta che ho sceso le scale e mi è mancato il respiro vedendo finalmente il pubblico in sala. I miei tre amici Fiorello, Checco Zalone e Jovanotti che hanno voluto essere qui con me. E Ovviamente la musica».
Delle cinque donne che lo hanno accompagnato (Muti, Cesarini, Giannetta, un'affascinate Drusilla e una strepitosa Ferilli) ribadisce che «sono state cinque componenti importanti e non importa se hanno avuto uno spazio relativo visto che erano una per sera». Tanto non è ancora tempo per tornare a una capitana sola al comando. L'anno prossimo ci sarà ancora un uomo, lui, le donne faranno ancora da contorno.
E non avrà neppure bisogno dell'amico Fiorello che lo ha lanciato verso l'Olimpo dei conduttori nostrani. Per lui in Rai si sta già pensando ad altri programmi diversi da I soliti ignoti e dal 19 intanto torna in prima serata con Affari tuoi formato famiglia. Di questo passo, seguirà le orme di Mattarella, un settennato.
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