Benigni si scorda di Dante e straparla di Berlusconi

Nello show di Firenze più politica a senso unico che letteratura: il comico (ex) orfano del Cav

Rimasti orfani, per loro stessa ammissione, del Cavaliere, i comici tirano un sospiro di sollievo, e, posta la ricandidatura dell'ex premier, tornano a farne il protagonista delle loro battute. Il primo non poteva che essere Roberto Benigni, che ieri alla serata «Tutto Dante» a Firenze, la prima di dodici appuntamenti, dedicata al canto dell'Inferno, ha fatto di Silvio il suo primo bersaglio.
Berlusconi e Dante? «Hanno una cosa in comune, entrambi ci hanno fatto vedere l'inferno». Questo l'incipit: «Parliamo subito dell'unico protagonista , Berlusconi. Non so se c'è tempo di parlare di Dante». Poi ecco i parallelismi. «Dante gli hanno fatto un processo ed è stato venti anni in esilio, Berlusconi gli hanno fatto duecento processi ed è stato presidente del Consiglio per venti anni». E ancora: «Dante ha avuto fede e questo lo ha portato vicino alla Madonna, Berlusconi ha avuto Fede e lo ha portato vicino a Regina Coeli». «A Dante gli piaceva una donna e l'ha messa nell'empireo, a Berlusconi gli piaceva una donna e l'ha messa ai piani alti del Pirellone». Ma Benigni non risparmia (bonariamente) il Pd: «Ora che Berlusconi si è ripresentato hanno tirato un respiro di sollievo perché rischiavano di vincere». Al sindaco Matteo Renzi, in prima fila, Benigni ricorda la sua visita ad Arcore: «È stata una delle serate più tristi della storia, Monti in confronto è Lady Gaga». E sul premier: «Monti doveva venire allo spettacolo, poi mi ha chiamato, ha fatto una chiamata a carico del destinatario e io ho detto, questo è Monti sicuro».


Trova il modo di fare la battuta anche sulla liberazione di Rossella Urru, che saluta con calore in apertura di spettacolo. «Quando è scesa a Ciampino ha letto i giornali e ha detto: voglio tornare in Congo». Infine il taglio delle Province, con un occhio tutto toscano: «Accorpare Livorno e Pisa è una cattiveria, io ve lo dico».

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