Brubeck, l'aristocratico che portò il jazz alle masse

Brubeck, l'aristocratico che portò il jazz alle masse

Take Five è una delle melodie più note anche a coloro che non amano il jazz. Scritta nel 1959 dal sassofonista Paul Desmond nell'inusuale metrica di 5/4, divenne il cavallo di battaglia del quartetto del pianista Dave Brubeck, compositore e stella del jazz scomparso ieri a 91 anni (ne avrebbe compiuti oggi 92).
Brubeck, pioniere del cool jazz, paradossalmente è morto all'ospedale Norwalk in Connecticut, dove si era recato per un controllo di routine dal suo cardiologo. Proveniente dalla musica classica, maestro di contrappunto e di armonia quando ancora non sapeva leggere uno spartito, allievo di Darius Milhaud, mise insieme nel «nuovo» jazz eleganza, gusto classico e improvvisazione. Fu nel 1946 che alcuni musicisti bianchi sentirono l'esigenza di allontanarsi dal bebop e cercare altre strade. Tra questi Lennie Tristano col suo trio; l'arrangiatore Gene Roland che aveva creato un gruppo con quattro sax e Brubeck che formò un inedito ottetto che - come scrive Arrigo Polillo - «ebbe una vita difficile per l'aristocratica concezione delle partiture con cui si cimentava» in cui si trovavano fughe, contrappunti e addirittura tracimazioni nei territori, allora praticamente estranei al jazz, dei poliritmi e della politonalità come Fugue on Bop Theme. «Il bello del jazz - diceva - è che puoi prendere un tema di Bach e improvvisare. Non importa da dove viene quel tema; il modo in cui lo elabori diventa jazz».
Dopo aver militato, con Desmond, nel Geary Cellar e nel Paul Desmond Trio, nel 1951 fonda il Dave Brubeck Quartet (sempre con Desmond). La stagione del cool jazz ebbe il suo apice nel 1949 e si concluse circa tre anni dopo, ma la stella di Brubeck continuò a brillare sempre più splendente (il suo quartetto rimase attivo per 17 anni). Alla metà degli anni '50 il jazz era diviso in due nette fazioni: i gruppi bianchi eleganti e sofisticati come quelli di Brubeck, Gerry Mulligan e Stan Getz, e quelli neri che ripartivano con suono brutale che affondava nelle radici blues. Brubeck nel 1953 suonava nei campus universitari e fondava una propria etichetta discografica con cui registrò Jazz at Oberlin (registrato nella cappella dell'Oberlin College, in Ohio) uno dei primi dischi dal vivo della storia del jazz. I suoi dischi dal vivo entusiasmarono la Columbia che gli permise di registrare Jazz Goes to College che ebbe un grosso successo commerciale, tanto che il pianista conquistò (primo jazzman in assoluto) la copertina di Time. Dopo l'incisione di altri album, con il quartetto rinnovato (oltre al solito Desmond Joe Morello alla batteria e Eugene Wright al contrabbasso) Brubeck suona al Festival di Newport del 1958, aprendo la manifestazione insieme all'orchestra di Duke Ellington e portando al successo il brano The Duke. L'apice del successo arriva l'anno successivo quando, dopo Gone With the Wind (rielaborazione dei temi di Via col vento) registra Time Out, il classico che contiene appunto Take Five e brani come Blue Rondo à la Turk basato su un brano di Mozart. Take Five diventerà uno dei brani più ripresi ed eseguiti nella storia del jazz (negli anni Sessanta fu anche la sigla del programma Rai Tv7) e, uscito in versione 45 giri insieme a Blue Rondo à la Turk (all'insaputa della band che era in tournée in Inghilterra) vendette oltre un milione di copie, primo caso nella storia del jazz (soprattutto nel periodo d'oro del rock'n'roll).


Brubeck sciolse il suo quartetto nel 1967 per dedicarsi alla composizione ma non ha mai smesso di esibirsi dal vivo suonando persino in Russia nell'88 per l'incontro Gorbaciov-Reagan e continuando fino al 2009-2010, quando un critico del Chicago Tribune scrisse: «il lirismo del piano di Brubeck si incontra solo nella musica di Chopin».

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