Cultura e Spettacoli

I capricci di Meghan nel ristorante di De Niro

A New York per il Mandela Day, subito dopo il discorso all’Onu, Harry e Meghan avrebbero imposto a personale e clienti di un locale dei capricci non propriamente in linea con i valori di Nelson Mandela

I capricci di Meghan nel ristorante di De Niro

Il breve soggiorno nella Grande Mela di Harry e Meghan, per il Mandela Day dello scorso 18 luglio, si è trasformato in un boomerang per i duchi. Il contenuto del discorso del principe all’Onu è decisamente passato in secondo piano rispetto alle polemiche che lo hanno accompagnato. Harry è stato accusato di razzismo, di ipocrisia, di non essere all’altezza di parlare di fronte all’Assemblea delle Nazioni Unite di un grande uomo come Nelson Mandela. Ma non è finita qui: secondo un nuovo retroscena rivelato da Page Six i Sussex, durante una cena in un ristorante di New York, avrebbero pure dato prova di spocchia con richieste giudicate assurde.

Alla Locanda Verde

Harry e Meghan si sarebbero fatti riconoscere di nuovo, come si usa dire. Lunedì 18 luglio 2022, dopo il discorso del duca di Sussex all’Onu, la coppia si sarebbe recata nel ristorante italiano di proprietà dell’attore Robert De Niro, “Locanda Verde”, a Tribeca, famoso quartiere alla moda situato nella zona Sud di Manhattan. Per la cena la duchessa ha scelto un abito bianco e nero di Gabriela Hearst e indossato l'orologio Tank di cartier appartenuto a Lady Diana.

Una fonte ha raccontato a Page Six: “C’era la security in tutto il ristorante ma [Harry e Meghan] non erano in una sala privata”, bensì “seduti al centro del ristorante affollato”. Stando all’insider gli uomini della sicurezza avrebbero intimato ai presenti di non scattare foto. A chiunque avesse deliberatamente ignorato la richiesta “sarebbe stato chiesto di andarsene”. Questa imposizione avrebbe lasciato piuttosto interdetti i tabloid, anche perché nel corso della serata i duchi sarebbero stati “piuttosto socievoli” con gli altri ospiti, come racconta il Daily Mail. L’insider ha proseguito: “C’era una festa di compleanno al tavolo vicino al loro. Meghan si è avvicinata con Harry e ha detto ‘Vi auguro un felicissimo compleanno’”. I clienti erano “tutti stupefatti e hanno solo detto ‘Grazie mille’”.

Il principe Harry e Meghan Markle, però, non si sarebbero limitati a imporre il divieto di scattare foto. La fonte di Page Six ha riportato anche un’altra bizzarra richiesta che, al pari della prima, suona un po’ come un capriccio da star hollywoodiana: “[Meghan] ha chiesto al personale di Locanda Verde di riservare l’intero cortile da 50 coperti per quattro persone, incluso il principe Harry. Il gestore le ha detto che [il cortile] era già stato prenotato per una festa di compleanno con quindici persone e si è rifiutato di annullarla. Le è stato detto di sedersi dentro, cosa che lei ha fatto”. I Sussex, nonostante il piccolo intoppo, avrebbero mantenuto il loro “buonumore” e gustato un menu tutto italiano: ricotta di pecora sarda, ravioli e tartare di carne piemontese e vino rosso”.

Comportamenti “da principessa”

Page Six non ha mancato di definire l’atteggiamento di Meghan “da principessa”, frutto di eccessiva boria e vanità. La tensione iniziale, dice la stampa, si sarebbe affievolita con il passare dei minuti e i duchi si sarebbero mostrati gentili con gli altri clienti, ma la loro cordialità non avrebbe fatto dimenticare quelle richieste “da vip”, come riporta Il Corriere.it. Un modo di fare e di porsi molto poco regale, per nulla low profile, forse più aderente al modello di una certa Hollywood che si considera quasi “semidivina”. Senza contare che poche ore prima della tanto chiacchierata cena il principe Harry aveva parlato degli ideali di uguaglianza, libertà, umiltà, del servizio nei confronti del prossimo ispirati da Nelson Mandela. Parole che striderebbero con le richieste dei duchi nel ristorante di New York.

Anzi sembrerebbe quasi, ma è solo un’impressione, che Harry e Meghan vogliano tenersi il più lontani possibile dalle persone (cosa molto complicata se si sostiene di voler aiutare gli altri). Mettere una distanza invalicabile che quasi farebbe pensare che i duchi temano gli altri e siano ossessionati dalla privacy. Atteggiamento non propriamente in linea con i valori e l’esistenza di Nelson Mandela. Un altro dettaglio che rende i duchi di Sussex, in particolare Meghan, facile bersaglio delle critiche è l'ostentazione. Per esempio la scelta della duchessa di indossare una pencil skirt di Givenchy da 1560 euro e le Manolo Blahnik per partecipare alla celebrazione del Mandela Day all'Onu è stata considerata davvero infelice.

In quella giornata si parlava di povertà, di fame nel mondo, di diritti negati e, secondo i detrattori, Meghan avrebbe dovuto mostrare più rispetto con un look più discreto.

I Sussex dovrebbero cercare di evitare queste apparenti contraddizioni tra le parole e le azioni che rischiano di rendere poco credibili i loro progetti umanitari, bruciando la loro inclinazione filantropica.

Commenti