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Caro Sanremo imita il modello Eurovision

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Dopotutto l'Eurovision Song Contest è nato ispirandosi al Festival di Sanremo (che non a caso per decenni si è chiamato Eurofestival). Ora, dopo 66 anni, è il momento che il Festival di Sanremo si ispiri all'Eurovision. E non si parla di qualità musicale, ma proprio di struttura e ritmo dello show. In queste serate di Eurovision da Torino, i conduttori Pausini, Cattelan e Mika hanno chiuso la diretta a orari compatibili con la vita di chi il giorno dopo va a scuola o al lavoro, ossia prima delle 23.30. E stasera la proclamazione del vincitore di questa gara di musica (inter)continentale è prevista ben prima dell'una. Visto il rigore dimostrato finora, è probabile che i tempi saranno rispettati al minuto. Invece la finale dell'ultimo Festival di Sanremo si è chiusa intorno alle 2.40, fuori persino dai rilevamenti Auditel oltre che dalle capacità umane di chi è a casa a godersi lo spettacolo. Roba che al confronto Pippo Baudo finiva presto. Una volta si diceva che la musica da sola non faceva ascolti, almeno sulla Rai, e quindi bisognava farcirla di comici e soubrette. Invece finora l'Eurovision ha portato a Raiuno ascolti in crescita visto che la seconda semifinale è arrivata a 5.538.000 telespettatori con il 27,7% di share. In sostanza, si è capito definitivamente che la musica in tv fa ascolti anche se è l'unica ragione sociale dello spettacolo. Se si mette la musica al centro si può comunque convincere oltre cinque milioni di persone a restare davanti allo schermo. Invece il Festival di Sanremo trascura la propria missione originale di gara musicale e si dilata nella convinzione di raccogliere ancora più ascolti. L'Eurovision Song Contest dimostra invece che uno spettacolo può raggiungere grandi risultati anche se «semplicemente» costruito sulla messinscena di canzoni e con poche concessioni allo show. La musica è lo show.

Perché non pensare il prossimo Festival anche con l'obiettivo di stringere i tempi e internazionalizzare questo format praticamente unico al mondo? Magari evitando ai cantanti di esibirsi all'una e mezza di notte che neanche i metronotte? Caro Amadeus, dopo aver saggiamente garantito un futuro al Festival, forse è il momento di non fargli fare troppo tardi.

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