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Caterina la Grande, la serie tv sulla donna che ha reso grande la Russia

Helen Mirren indossa nuovamente la corona per diventare Caterina la Grande nell’omonima miniserie tv di Sky-HBO. Un racconto storico che parla più d’amore che di politica

Caterina la Grande, la serie tv sulla donna che ha reso grande la Russia

Caterina la Grande, la nuova miniserie tv che vede ancora collaborare Sky e HBO, è uno dei prodotti più autorevoli usciti nell’ultimo periodo. In quattro episodi di un’ora ciascuno si impegna a raccontare il regno di Caterina II di Russia, prima ed unica sovrana autonoma dell’impero russo.

Dall’unione dei due colossi della televisione, quello americano HBO e quello europeo Sky, sono state realizzate importanti serie. Iniziò tutto con The Young Pope di Paolo Sorrentino, proseguito poi con Chernobyl di Craig Mazin, fino alla recente nascita di Caterina la Grande. Contrariamente a quanto si vede nei primi minuti dell’episodio iniziale, si tratta di un racconto più incentrato sulla vita amorosa e sulla figura della donna al potere, che sulla politica alla House of Cards, ma questo è del tutto coerente con la figura della protagonista.

Caterina II è famosa non solo per le riforme e le conquiste del proprio Paese, portando la Russia ad un’epoca d’oro, ma anche per la sua discussa vita sentimentale. Sale al trono nel 1762 dopo un colpo di Stato che porta alla morte il marito, lo zar Pietro III, e vi rimane fino 1796, passando alla storia come uno dei sovrani illuminati del periodo. Di tutto questo però nella serie tv si vede poco o niente. Nel primo episodio assistiamo ad un discorso di Caterina nel quale presenta la sua intenzione di abolire la servitù della gleba perché “non è giusto che un uomo possieda un altro uomo”, senza trovare consensi a Corte. Consensi che invece arrivano quando vira sul nazionalismo, con la forza del popolo russo e le sue mire espansionistiche.

La politica e gli intrighi di palazzo, con un legittimo erede pronto ad essere messo sul trono al posto dell’usurpatrice Caterina, hanno lo spazio di mezz’ora, lasciando poi posto alla componente amorosa. Il Conte Orlov, primo amante di Caterina e principale fautore del colpo di Stato, viene presto messo in ombra da Grigorij Potëmkin, nuovo favorito dell’imperatrice, prima quale consigliere per questioni spinose come una condanna a morte - “chi detiene il potere deve imparare a macchiarsi di crimini” -, poi come amante e ministro della guerra. Il pensiero dell’imperatrice cambia nel corso degli episodi e l’illuminismo di Voltaire, prima letto con sorriso, con l’avvento della rivoluzione francese diventa motivo d’odio. Saranno le guerre e le conquiste le uniche politiche presenti, ma anche in questo caso c'è discordanza, e vanità, nel comportamento di Caterina “Amo la pace, tuttavia non disdegno i grandi eventi di guerra”.

Inutile nascondere che il giudizio positivo di questa serie tv sia da rinvenire nei suoi protagonisti. Potëmkin è interpretato da un ottimo Jason Clarke, ma il primato spetta di sicuro a Helen Mirren nel ruolo di Caterina II di Russia. L’attrice ha una certa propensione per questo genere di ruoli. In passato ha interpretato la regina Elisabetta I d’Inghilterra, per la cui miniserie tv ha vinto un Emmy, e Elisabetta II, vincendoci un Oscar con The Queen.

Questione politica a parte, è il rapporto tra i due amanti, Caterina e Potëmkin, il cuore di questa miniserie tv. Una storia d’amore travagliata la loro: privata ma non segreta, aperta ad altri amori e finalizzata a rendere grande la Russia. È Potëmkin, infatti, che in nome della sua regina porta i confini russi ad espandersi fino al Mar Nero e oltre, ma la sua conquista più importante rimarrà sempre il cuore dell’amata. “Avete mostrato al mondo di cosa sono capaci le donne” dice la Contessa Bruce all’amica Caterina, evidenziando come questa miniserie sia anche un manifesto femminista, con il racconto di una delle donne più determinate della storia che ha saputo tenere saldo nelle proprie mani il potere assoluto e che non volle condividerlo con nessuno, nemmeno con l’amato Grigorij o con il figlio Paolo.

Quattro episodi che si guardano agilmente, affascinati dai costumi e dal racconto, resi leggeri dai salti temporali e dalle interpretazioni, che portano Caterina la Grande tra le più riuscite serie tv storiche, in cui è sempre facile cadere nel noioso.

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