di Maurizio Caverzan
Saranno pure la crisi economica con i suoi effetti sociali e i fondamentalismi politici e religiosi i temi più frequentati dai registi invitati alla 69° edizione della Mostra di Venezia. Ma c'è da scommettere fin d'ora che a far più discutere l'opinione pubblica sarà Bella addormentata di Marco Bellocchio, ispirato alla tragica fine di Eluana Englaro. Magari i critici cinematografici si divideranno su questioni di calligrafia e di estetica come abitualmente accade. E bisogna riconoscere che il cartellone, con le partecipazioni di Terrence Malick, Olivier Assayas, Spike Lee, Takeshi Kitano e Brian De Palma, per citare alla rinfusa tra concorso e fuori, offrirà parecchi spunti di riflessione. Come li offriranno anche gli altri due film italiani: È stato il figlio di Daniele Ciprì, sulla storia di una famiglia del quartiere Zen di Palermo colpita da una tragedia, e Un giorno speciale di Francesca Comencini, che narra il primo giorno di lavoro di due giovani. Tuttavia, complice l'uscita contemporanea nelle sale, si può pronosticare che il racconto degli ultimi giorni della vita di Eluana Englaro sarà lo scandalo d'inizio settembre ben oltre il Lido, riportandoci al clima che divise l'Italia nell'inverno 2009 (e di cui si è avuto un nuovo assaggio in occasione del finanziamento pubblico della Film Commission Friuli Venezia Giulia). Era la notte del 3 febbraio quando Eluana fu trasferita nella clinica «Quiete» di Udine dove, qualche giorno dopo sarebbe stata interrotta la nutrizione artificiale. Bellocchio affronta la vicenda da «un punto di vista laico», con l'intenzione di restituire, attraverso le storie di sei personaggi di fedi e ideologie diverse, il travaglio esistenziale che il confronto con quella storia provoca.
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