Coronavirus

Fedez contro Codacons, l'associazione: "I Ferragnez ci disgustano"

Da ieri, quello tra Fedez e il Codacons è uno scontro aperto, con accesi botta e risposta tra le parti; poco fa, il Codacons ha annunciato querela contro i Ferragnez, definendoli, tra le altre cose, imbecilli

Fedez contro Codacons, l'associazione: "I Ferragnez ci disgustano"

La battaglia tra i Ferragnez e il Codacons da qualche ora si sviluppa attraverso storie su Instagram, video e comunicati stampa. Il nodo della discordia è la campagna di raccolta fondi avviata da Fedez e Chiara Ferragni 20 giorni fa per l'ospedale San Raffaele di Milano, con l'intento di realizzare una nuova terapia intensiva in grado di accogliere i pazienti Covid. Il coronavirus ha messo in ginocchio il sistema sanitario nazionale, che ha difficoltà a curare tutti i pazienti che necessitano di ricovero ma, soprattutto, quelli che hanno bisogno di assistenza respiratoria a casa delle gravissime polmoniti causate dal virus.

La campagna di raccolta fondi di Fedez e sua moglie ha fruttato in pochissimi giorni oltre 4 milioni di euro, una cifra molto elevata che è il frutto di donazioni da parte di 200mila persone in tutto il mondo. Ottenuta una cifra considerevole, sono partiti immediatamente i lavori per la realizzazione del nuovo reparto, ricavato in quello che in origine era il campo sportiv dell'ospedale San Raffaele. In appena 12 giorni, gli operai e l'azienda sono riusciti a realizzare un reparto di terapia intensiva supplementare, che già da questa settimana ha iniziato ad accogliere i pazienti Covid. La prima a muoversi contro questa, ma anche altre, raccolte fondi è stata l'Antitrust, l'autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha seganalato possibili costi occulti sulle iniziative di crowdfunding. Si tratterebbe di trattenute effettuate sule transazioni con carte di credito e di debito. Inoltre, a questa si aggiunge una commissione sulla donazione, che di default è del 10% e solo se l'utente si accorge può essere modificata.

A ruota dell'Antitrust è intervenuto il Codacons, che ha chiesto delucidazioni sulla donazione dei Ferragnez all'ospedale San Raffaele. In particolare, l'associazione ha chiesto a gran voce all'azienda ospedaliera di chiarire se la nuova terapia intensiva sia stata realizzata effettivamente con i proventi della donazione o se, invece, sia stata stata la struttura ad anticipare la somma, in attesa di ottenere la cifra promessa. L'associazione dei consumatori ha spiegato che le delucidazioni devono essere dati a tutela di chi ha eseguito il versamento, soprattutto in relazione alla quota effettivamente impiegata per la relizzazione del reparto. Il Codacons, quindi, ha espresso la volontà di conoscere quanto degli oltre 4 milioni è stato già elargito al San Raffaele e quanto, invece, resta ai privati. Dal canto suo, il Codacons chiede che le commissioni vengano immediatamente restituite a chi ha effettuato il versamento e ha nel contempo effettuato un esposto all'Antitrust e alla Procura di Milano, chiedendo di bloccare immediatamente le raccolte fondi effettuate tramite privati, convogliando i fondi sui conti della Protezione Civile.

Il silenzio da parte di Fedez e Chiara Ferragni è stato rotto ieri dal rapper, che sul suo profilo Instagram ha realizzato una serie di storie puntando il dito contro il Codacons. Nello specifico, il marito di Chiara Ferragni ha accusato il Codacons di voler bloccare le donazioni private ma di aver aperto una sottoscrizione per finanziare la stessa associazione. "Fanno una campagna, loro, spacciata per aiuto alla lotta contro il Coronavirus, quando in realtà i soldi vanno a loro che si occupano di tutela dei diritti dei consumatori, che con il Coronavirus non c’entra un cazzo. Ma stiamo scherzando? La gente che muore e voi chiedete i soldi per voi stessi", ha dichiarato Fedez nelle sue storie. La smentita del Codacons è arrivata puntuale a poche ore dalla pubblicazione di quei video, che stando alla versione di Fedez sono stati rimossi dal sistema a sua insaputa.

Questa mattina, il rapper è tornato sui social per aggiornare i suoi seguaci sulla situazione e non ha fatto un passo indietro, come invece richiesto dal Codacons: "Buongiorno amici, per me è stato un ottimo risveglio questa mattina. Mi è arrivata una PEC da parte del Codacons in cui dice: 'Federico, chiedi assolutamente scusa entro 48 ore altrimenti ti faremo una super super super causa."" A quanto pare, il marito di Chiara Ferragni non sembra essere intenzionato ad accettare l'invito dell'associazione ma, anzi, ha ribattuto: "Caro Codacons, quando non avevo 1 euro in tasca non avevo paura di quelli che mi querelavano. Figurati adesso che c'ho qualche soldino in più in tasca. In più, in una causa che ho fatto a una persona che mi ha diffamato più volte su internet, il PM ha sostenuto che internet non è un mezzo diffamatorio. Si può dire il cazzo che si vuole. Quindi vorrei aggiungere a tutto quello che ho detto in precedenza, caro Codacons, che potete andare a fare in culo."

Ovviamente, il Codacons ha voluto replicare a Fedez e l'ha fatto tramite il suo presidente, con un video in cui viene spiegata la posizione dell'associazione: "Oggi abbiamo avuto l'onore di essere mandati a fare in culo da una specie di cantante di nome Fedez, che non so come si guadagna da vivere".

Dopo questa premessa, il presidente ha fatto il punto sulle ultime operazioni condotte dall'associazione, che si sta muovendo per segnalare ai NAS l'aumento dei prezzi di prima necessità, per fare in modo che i presidi di protezione arrivino prima al personale medico e poi agli altri, e poi per averemaggiore chiarezza da parte della Protezione Civile. Le donazioni al Codacons, sotto accusa da parte di Fedez, sarebbero rivolte proprio a portare avanti queste azioni. Carlo Rienzi, quindi, è tornato su Fedez: "Questa sottospecie di cantante ha tirato fuori dalla memoria cose molto belle, che mi hanno fatto commuovere, le fotografie di quando ci presentammo come lista consumatori alle elezioni. Avevamo come motto 'ci hanno lasciato in mutande', quindi facemmo bellissime manifestazioni in cui noi presidenti ci spogliammo e restammo in mutande in piazza del Parlamento." Quelle foto fecero il giro del mondo e di quelle manifestazioni, Carlo Rienzi ne rivendica l'utilità sociale per raggiungere grandi consensi, che permise di denuciare la condizione di povertà di molti italiani. "Sono andato a vedere le loro foto d'archivio e sono rimato un po' disgustato ma il passato fa bene a tutti, anche a loro", ha detto il presidente, mostrando alcune foto dei Ferragnez senza veli. Il rappresentante del Codacons ha, quindi, attaccato la coppia per lo "sfruttamento dell'immagine di questo bambino innocente, ignaro, che contro tutte le convenzioni internazionali viene messo su tutti i canali social."

Il presidente ha concluso il suo discorso in modo secco: "A noi ci disgustano e ci dispiace di doverci confrontare con loro, infatti non ci confrontiamo. Oggi ci ha anche mandato a fare in culo, ci fa piacere. Ci confronteremo in tribunale, dove stiamo presentando le querele contro questo ignorante che non sa leggere quello che c'è scritto sul sito, ma l'ignoranza non è una colpa.

" Carlo Rienzi ha, quindi, invitato i follower della coppia a seguire il sito del Codacons perché, a suo dire, sarebbe meglio che "seguire due imbecilli che vivono in un armadio e sfruttano l'immagine di un bambino di due anni."

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