Tutto è bene quel che finisce bene. Crozza non scomparirà dagli schermi televisivi. Ma, invece di trasferirsi sul primo canale, continuerà a deliziare il pubblico con le sue spassose imitazioni su La7 (riparte proprio stasera). La differenza è che non sarà pagato dalla televisione pubblica, ma da una rete privata. E, tra l'altro, non perderà neanche tanti soldini: pare (ma La7 non dà cifre) che il suo cachet sarà simile a quello che avrebbe percepito in Rai, più di 5 milioni di euro, ma spalmato su tre anni invece che su due come sarebbe stato su Raiuno. Insomma per guadagnare la stessa cifra dovrà far sorridere il pubblico per un po' di puntate in più, cosa che del resto gli viene facile.
È stato Urbano Cairo ad annunciare ieri mattina a Milano il rinnovo del contratto con Crozza (tre anni a partire da gennaio), avvenuto poche ore dopo l'annuncio di lunedì da parte della Rai dell'interruzione «consensuale» delle trattative. Il patron de La7 ha tenuto una conferenza stampa congiunta con Beppe Caschetto, agente dell'artista e produttore del suo show, che ha voluto rispondere all'ondata di polemiche degli ultimi giorni sui compensi delle star (è agente anche di Fazio).
Cairo si è detto ovviamente felice: per la sua rete tutta la questione si è risolta nell'ingaggio, a costi inferiori, di un artista che garantisce grandi ascolti e forti introiti pubblicitari. Ma non ha voluto precisare spese di produzione e cachet del comico, dicendo solo che sono inferiori alle cifre che, in base alle indiscrezioni, sarebbe stata disposta a pagare la Rai. Cifre riportate lunedì dal Giornale e confermate da Caschetto: 475.000 euro a puntata, dei quali 110.000 al comico. In totale 25 milioni di euro, di cui più di 5 milioni all'artista, anzi a essere precisi 5 milioni e 830 mila, calcolo che risulta dal numero di puntate ipotizzate, 53, per 110.000. In sostanza a La7 il costo di produzione sarà leggermente inferiore a quello che avrebbe avuto su Raiuno (dove lo show avrebbe avuto una scenografia e un cast più ricco), mentre - e questi sono dati non confermati - il cachet di Crozza sarà più o meno uguale ma spalmato, come dicevamo sopra, in tre anni.
Caschetto ha spiegato i retroscena del possibile passaggio in Rai. «Crozza non sarebbe stata una rapina: era ricercato da tutte le aziende. Mediaset aveva offerto cifre altissime, ma lui ha optato per televisioni più coerenti con i propri valori. In Rai abbiamo studiato un progetto che potesse contribuire a un cambio di identità del primo canale con costi di produzione coerenti. Alla fine ha prevalso La7, perché Cairo ha lottato per averlo, mentre in Rai sono sorti troppi dubbi, alimentati anche dalle polemiche politiche e dalla pubblicazione sui giornali dei costi». Caschetto prova anche a quantificare quella che, secondo lui, sarà la grossa perdita della Rai senza Crozza: «Lo show sarebbe costato 475.000 euro a puntata: per chiudere la prima serata (gli sketch comici durano 70 minuti) si sarebbe dovuto aggiungere in coda (alle 22,30) un prodotto sperimentale dal costo di 120-150 mila euro, totale 550-600 mila. Da quanto so, i venerdì di Raiuno costano tra i 900mila e 1 milione di euro. Dunque Crozza avrebbe consentito un risparmio di 400mila euro a puntata, ovvero 8 milioni l'anno». Secondo altre fonti, l'attuale show del venerdì, Tale e quale, costa invece 600mila euro a serata.
In ogni caso, gli spettatori della Rai potranno continuare a gustarsi il comico nella copertina di Ballarò al martedì sera su Raitre (compenso a puntata - precisa Caschetto - solo 2.500 euro) e, nel caso gli venisse chiesto, pure al prossimo Sanremo. Come ospite. Ricordate lo scorso Festival?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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