«Io, Leonardo da Vinci, nato nel 1452, mi sono rappresentato quale Arcangelo Gabriele nel 1471». Secondo il professor Ernesto Solari, studioso dell'artista, e la grafologa Ivana Bonfantino, è questa la risposta al rebus della firma e dei numeri mimetizzati nel disegno dell'Arcangelo Gabriele, considerata la prima opera pittorica di Leonardo e presentata ieri.
«È il primo autoritratto in assoluto del genio rinascimentale e il primo a essere autografato», ha detto Solari. La pittura, realizzata su una quadrella di 20 per 20 centimetri, viene dunque attribuita all'allora diciottenne allievo del Verrocchio, già intenzionato a mostrare le proprie capacità, la propria originalità e soprattutto una certa vocazione all'eternità, visto che la tecnica utilizzata per la maiolica è quella dell'«eterna vernice». L'Arcangelo Gabriele, ha sottolineato Solari, «alla fine del XV secolo era una vera star, e veniva rappresentato in ogni opera e da ogni artista».
Accanto alla perizia grafologica, condotta sia sulla firma nascosta sulla mandibola, sia su una sigla con le iniziali sul bordo inferiore del dipinto, prove fondamentali che dimostrerebbero l'autenticità dell'opera sono state
avvalorate da complesse tecniche scientifiche, come la termoluminescenza e l'analisi stratigrafica. L'opera appartiene agli eredi della famiglia Fenice di Ravello, alla quale fu donata dalla duchessa di Amalfi, Giovanna D'Aragona.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.