Ethel Mannin, il lato luciferino dell'autrice amata dal Papa

Ethel Mannin, il lato luciferino dell'autrice amata dal Papa

La vita, e la letteratura, insegnano che il diavolo a volte non disdegna di intingere la zampa nell'acquasanta, così come la seconda può persino riflettere il volto del primo. Quando serve.

E quando serve la stessa persona, o scrittrice, può essere una strega e una santa. Ethel Mannin (1900-84), ad esempio. Qualcuno ricorderà che quando pochi anni fa il Corriere della sera portò in edicola una collana dedicata ai libri più amati da Jorge Mario Bergoglio, «La biblioteca di Papa Francesco», il primo titolo fu il romanzo di Ethel Mannin Tardi ti ho amato, uscito in Gran Bretagna nel 1948 e da noi nel '52, tradotto dall'Istituto Propaganda Libraria: una storia di formazione, conversione e redenzione che poi fu lanciata anche da altri editori come «Il romanzo più amato da Papa Francesco».

Bene. Ora arriva l'altro lato, oscuro, di Ethel Mannin, autrice nata in un sobborgo di Londra ma di origine irlandese, incredibilmente prolifica (oltre cento fra romanzi, autobiografie, libri per bambini), antifascista, femminista, bisessuale, anarchica, pacifista e antisionista. Alcatraz edizioni - nella sua curiosa collana dedicata al «Bizzarre» - pubblica per la prima volta in Italia il romanzo Lucifero e la bambina, un libro eretico, bandito dall'Irlanda alla sua uscita in quanto la figura di Lucifero era vista come pericolosa e diseducativa, e che per anni non ha avuto traduzioni all'estero eccezion fatta per quella francese del 1974 nella storica collana «Marabout Fantastique» (la cui grafica è ripresa dall'edizione italiana).

Un romanzo che dimostra la qualità della scrittura ribelle e tagliente di Ethel Mannin; la sua straordinaria capacità di maneggiare il soprannaturale (se fosse un film, Lucifero e la bambina sarebbe qualcosa fra The Witch e l'austro-tedesco Hagazussa); e quanto poco distanti siano il sacro e il magico. Poi, se anche questo libro piacerà a Bergoglio, non si sa.

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