Eurovision Song Contest 2019: saranno 42 i paesi in gara

La 64esima edizione della kermesse musicale si terrà a Tel Aviv il 14, 16 e 18 maggio 2019. Tra le nazioni partecipanti anche l’Italia che, membro dei Big Five, andrà di diritto in finale

Eurovision Song Contest 2019: saranno 42 i paesi in gara

Fervono i preparativi per la sessantaquattresima edizione dell’Eurovision Song Contest (Esc), l’evento non sportivo più seguito al mondo. Dopo la vittoria a Lisbona lo scorso maggio di Netta Barzilai con la canzone "Toy", il trofeo è stato portato ai confini orientali dell’Europa. Il prossimo appuntamento della manifestazione si terrà infatti nella cosmopolita Tel Aviv, in Israele.

La futura edizione si appresta a essere una delle più discusse degli ultimi anni, dopo Kiev 2017. In un contest che cerca di tenere la politica lontano da sé con scarso successo, numerosi sono stati in questi mesi gli appelli di politici e vip europei che hanno chiesto alle proprie nazioni di boicottare la partecipazione in Israele. La ragione? Protestare contro il governo israeliano per la sua relazione burrascosa coi palestinesi.

Tuttavia gli appelli sembrano essere stati vani. Con un comunicato ufficiale l’Ebu – Unione europea di radiodiffusione – ha infatti annunciato proprio in questi giorni che saranno ben 42 le nazioni partecipanti l’anno prossimo, soltanto una in meno rispetto allo scorso anno. A dare forfait è la Bulgaria che non potrà prendere parte alla manifestazione per dichiarati problemi economici.

Dei 42 paesi partecipanti cinque più Israele andranno direttamente in finale: si tratta di Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna. Queste sono note come le Big five perché sono le nazioni che da sempre supportano maggiormente l’Ebu a livello economico. Le altre trentasei nazioni invece dovranno prima passare una delle due semifinali, per aggiudicarsi un posto in finale.

Il motto della 64esima edizione, svelato di recente, sarà “Dare to dream” (Osa sognare). Si tratta di uno slogan che incarna i valori tipici eurovisivi, quelli dell’inclusività, dell’accettazione della diversità e dell’unità in uno spettacolo che non potrebbe reggersi in piedi se non grazie all’amicizia e all’incontro tra paesi e culture diverse. Perché è proprio questo che da sempre si propone l’Eurovision: unire nel nome della musica.

Jon Ola Sand, supervisore esecutivo dell’Eurovision, a nome dell’Ebu ha così manifestato le alte aspettative dell’ente europeo per la futura edizione israeliana: “Lo scorso maggio Netta ha osato sognare e ha vinto l’edizione di Lisbona trasferendo il trofeo in Israele per il 2019.

Siamo emozionati all’idea che 42 nazioni saranno rappresentate a Tel Aviv e speriamo che le emittenti televisive partecipanti troveranno l’ispirazione per sognare a loro volta. Il team di Kan (rete televisiva israeliana) si sta già impegnando per accogliere i partecipanti e il mondo intero a Tel Aviv e preparerà uno spettacolo indimenticabile”.

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