Coronavirus

Facchinetti e il dramma di Bergamo: "Su quei carri armati c’erano amici, uno dei miei parenti"

Roberto Facchinetti non trattiene l'emozione nel raccontare il dramma della sua Bergamo, dei morti portati via nei carri armati: tra questi anche un suo parente

Facchinetti e il dramma di Bergamo: "Su quei carri armati c’erano amici, uno dei miei parenti"

Roberto Facchinetti è stato uno degli ospiti dell'ultima puntata di Domenica In. Il popolare cantante sarebbe dovuto intervenire già domenica scorsa ma all'ultimo aveva rinunciato. Troppo dolore per l'ex Pooh, che si era scusato con i suoi fan per la diserzione. Nella lunga intervista in collegamento da casa sua, Roberto Facchinetti ha espresso tutto il suo dolore per quanto sta accadendo a causa del coronavirus e non ha saputo trattenere l'emozione.

Facchinetti si trova a Bergamo, una delle città che porta sulle spalle il maggior peso di questa pandemia. Gli ospedali cittadini sono al collasso e i morti non possono essere gestiti all'interno del territorio comunale, perché in numero eccessivo rispetto alla capacità massima. "“Viviamo su un terreno minato. Siamo terrorizzati, spaventati. Abbiamo perso parenti e amici. Famiglie intere che hanno perso mamma e papà, e rimangono sole in casa. Peggio di una guerra: in guerra si perdevano giovani. Questo virus si prende tutti, giovani e anziani, non guarda in faccia a nessuno", ha detto il cantante con la vocce piegata dall'emozione. Come ha sempre fatto, Roberto Facchinetti anche in questo momento trae la sua forza dalla musica, compagna di una vita. In questo momento di disperazione, tutti cercano un appiglio, un ancora di salvezza acui aggrapparsi per non affondare.

L'umore di Roberto Facchinetti è devastato, le sue giornate nel cuore del focolaio lombardo sono scandite da telefonate e da pianti: "Ogni volta che squilla il telefono è un colpo al cuore. Ho perso parenti, passo le giornate a consolare nipoti, amici e parenti. Ed è una cosa che non ho mai fatto. Faccio cose che mai avrei creduto di fare. I malati vanno via in ambulanza e i familiari sanno che molte volte non li rivedranno più. Mai immaginato una cosa simile." Nessuno potrà mai dimenticare i carri armati carichi di bare in uscita da Bergamo e da Brescia, tantomeno potrà farlo chi, lì dentro, ha visto andare via un suo caro e Roberto Facchinetti è uno di loro: "Sopra c’erano amici, uno dei miei parenti, conoscenti. Essere qui non è facile, per niente. C’è terrore più che paura. Non capisco come alcuni non possano capire la gravità di questo virus."

Roberto Facchinetti ha ribadito l'appello a non uscire di casa e ha lanciato un messaggio di speranza per il futuro, per quando il virus sarà finalmente sconfitto e l'Italia, pian piano, potrà tornare alla sua normalità: "Sono convinto che recupereremo tutto, anche le cose che stiamo perdendo.

Anche economicamente ci rifaremo, con addirittura interessi aggiunti. Noi queste capacità le abbiamo e le tireremo fuori"

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