Orwelliano, un aggettivo che ormai si usa per tutto, spesso a sproposito. Nel senso che se George Orwell fosse vivo si dissocerebbe da tutti gli orwelliani che hanno preso i romanzi di Orwell per farne delle metafore anticapitaliste, antimoderne, mentre il nemico di Orwell erano le dittature (in particolare quella sovietica, ma anche nazista o di qualsiasi tipo sia).
Fateci caso: sono definite orwelliane quasi tutte le puntate di una serie come Black Mirror. Sono definiti orwelliani tutti i film con un futuro distopico (distopico è un'altra parola abusata, visto che lo è diventato anche il presente, e a causa di un virus, non di un complotto capitalista), dove sono le macchine, i poteri forti, l'uomo, a distruggere l'umanità, il pianeta, la bontà. Il tutto condito con spruzzate di politicamente corretto, che ormai è l'ideologia dominante (ma se lo è, a chi appartiene il potere?).
Un buon esempio di autore definito orwelliano è Cory Doctorow, blogger e giornalista canadese nato nel '71, attivista contro il capitalismo, a favore degli hacker, del boicottaggio al sistema (quello capitalista, dove ci sono le vere dittature non frega niente a nessuno) che è appena uscito con un libro che si intitola Radicalized, edito da Mondadori (pagg. 324, euro 15). Sono dei racconti che dovrebbero rappresentare visioni del presente, o del futuro prossimo, e in realtà sono dei fumettoni che prendono di mira l'Occidente, chi l'avrebbe mai detto.
In uno dei racconti ce l'ha con la tecnologia che ci controlla, e la storia ve la riassumo così: una famiglia di immigrati orientali si trasferisce negli Stati Uniti dove viene ospitata in particolari case popolari, costruite dentro dei palazzi per ricchi, dove gli elettrodomestici sono controllati dalle società per controllare le persone e i loro consumi, e dove perfino gli ascensori sono controllati per agevolare i ricchi. Ci vogliono una cinquantina di pagine perché i poveri riescano a hackerare un fornetto tostapane che controlla dove le persone comprano il pane, altrimenti si blocca e scattano penali salatissime. Gli intellettuali lo leggono e esclamano: orwelliano! Un par di palle, soprattutto quelle che l'autore riesce a rompere al lettore per arrivare alla fine della storia di questo fornetto hackerato per potersi tostare il pane senza comprarlo dove la società vuole che i poveri comprino il pane. Volendo contestualizzare nella realtà, Orwell sarebbe molto più preoccupato dalla Cina o dalla Russia che dalle società informatiche dei Paesi democratici, visto che qui la Cia non è riuscita neppure a farsi sbloccare l'iPhone di un terrorista dalla Apple. Ma la cosa strana è che si continua a scambiare Orwell con Jean-Jacques Rousseau (tranne i grillini, che hanno fatto la Piattaforma Rousseau, almeno in quello sono stati coerenti, penso per caso).
In un altro racconto c'è Superman, o meglio un supereroe che si chiama American Eagle (ma nell'identità segreta si chiama Clark, e la moglie giornalista Lois), e si trova a difendere un afroamericano picchiato ingiustamente da alcuni poliziotti per poi trovarsi: a) a subire anche lui, Superman, atti di razzismo perché extraterrestre e b) a concludere che tutti i poliziotti siano razzisti, tutto il governo sia razzista, tutto il mondo occidentale sia un complotto di nazisti e di calpestatori di diritti civili (come se i diritti civili stessi non esistessero proprio grazie all'Occidente, mi pare abbiano molti problemi al riguardo in Cina, in India o in Siria, ma nessun attivista se ne preoccupa tanto).
Non poteva mancare, tra gli altri, un racconto neppure così orwelliano (stavolta siamo nell'America dei giorni nostri) sull'assistenza medica pubblica, che è sì un problema negli Stati Uniti, ma anche qui per mettere in evidenza non solo certe assicurazioni che non pagano, ma l'intero sistema, l'intero governo, fino ad appoggiare un gruppo di terroristi che organizza attentati contro società di assicurazioni, deputati, senatori, chiunque. Il tutto, però, con un tono molto orwelliano, dicono tutti. Per la cronaca, Cory Doctorow, tra i suoi mille attivismi, è anche un attivista contro il diritto d'autore (questione vecchia, ve li ricordate i Wu Ming e il No Logo di Naomi Klein?): secondo lui ogni creazione dovrebbe essere libera da copyright e scaricabile gratuitamente da internet.
Ora, a parte che non capisco perché questo debba valere per l'arte e per il lavoro intellettuale e non per non idraulico, ma spiegatemi perché questo suo cavolo di libro di racconti l'ho ordinato su Amazon, che per l'autore dovrebbe essere qualcosa di simile al Terzo Reich, e l'ho pagato 15 euro. Poteva fare dei ciclostilati.
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