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Fontana, anticonformista ma "popolare"

Uno studio sul politico che, «nato» Dc, appoggiò il Polo delle Libertà

Fontana, anticonformista ma "popolare"

Un esempio paradigmatico della coerenza ideale dei cattolici di orientamento liberale militanti nelle fila della Democrazia Cristiana può essere rintracciato nel percorso politico di Sandro Fontana (1936-2013). Su Fontana, bresciano, professore universitario, studioso di storia e cultore della civiltà contadina, autore di taglienti corsivi apparsi con lo pseudonimo di Bertoldo sul quotidiano della DC Il Popolo, è uscita ora un'ampia biografia intellettuale, stesa da Renato Cristin, Tonino Zana, Giorgio Merlo, che illustra il senso di tale saldezza ideale: Sandro Fontana. L'anticonformista popolare. Le sfide di «Bertoldo» in Italia e in Europa (Marsilio, pagg. 236, euro 22; a cura di Angelica Fontana e con prefazione di Antonio Tajani).

Va detto infatti che dopo la fine della prima repubblica si presentò per i cattolici il problema della collocazione politica, quando, contemporaneamente alla disgregazione del sistema politico, crollò anche la DC. Fontana non ebbe esitazioni: scelse di non entrare nel PPI perché, spiegò, «per entrarvi avrei dovuto uscire da tutta una storia di libertà e di pluralismo, e rinnegare un patrimonio secolare di lotte che aveva visto i cattolici italiani attraverso dure sofferenze, passare dal ruolo di antichi oppositori dello Stato borghese a baluardo irriducibile della libertà e della democrazia nel nostro Paese». Nel 1993 Fontana contribuì perciò alla formazione del Polo delle Libertà e appoggiò la nascita di Forza Italia. Come scrive Cristin, la coerenza rispetto alle proprie idee gli impose «di contribuire all'edificazione di una nuova casa, dove poter essere se stesso». Abbandonati i catto-comunisti al loro percorso di centrosinistra, Fontana optò per il centrodestra, anzi ne fu uno dei principali teorici. Volle mantenere la differenza tra centrodestra e centrosinistra, contribuendo a creare, a partire dal centro, un nuovo spazio politico.

Nel 1996 fu il principale fautore (coadiuvato da Antonio Tajani) dell'ingresso di Forza Italia nel Partito Popolare Europeo. Lo scopo era quello di valorizzare la posizione, europeistica ma federalistica, del popolarismo italiano, affinché il PPE assimilasse nuovi aspetti, non immediatamente riducibili agli schemi del popolarismo classico, perché legati alla specifica affermazione politica del centrodestra avvenuta in Italia.

Fontana era consapevole che il contributo del popolarismo italiano sarebbe stato di grande importanza per il rafforzamento dell'azione del PPE, ma sapeva pure che questo apporto sarebbe risultato vano, se fosse rimasto confinato alla memoria storiografica, ovvero se non fosse stato rinnovato con le forze emergenti che si stavano coagulando intorno alla coalizione di centrodestra capeggiata da Forza Italia. Egli ha così contribuito in modo determinante a far conoscere in Europa la posizione del nostro Paese, facendone comprendere la nuova realtà politica.

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