Di fronte a Sua Maestà Celentano in onda su Canale 5 con Adrian, Carlo Freccero, ossia il turbolento neo ed ex direttore di Raidue (copyright di Travaglio), ha reagito alla propria maniera: «Avevo due scelte: o scendere più in basso, mettendo su Rai2 una tamarrata o lavorare sulla qualità. Stavolta ho lavorato sull'alto». Così parlava Freccero ieri prima di trasmettere in prima serata, in versione integrale e restaurata e, soprattutto, senza censure il celebre Ultimo tango a Parigi, quasi come omaggio al regista Bernardo Bertolucci, morto il 26 novembre 2018.
Aspettandosi una share compresa «tra il 4 e il 5 per cento», Freccero si è dilungato in una valutazione crticia e contestuale del film, proprio come ha fatto poco prima della messa in onda: «Il 29 gennaio 1976 Ultimo tango fu condannato, con sprezzo del ridicolo, come una strega o un eretico del 1600 e con un processo degno della Santa Inquisizione. Il motivo fu l'esibizione di simulazione di scene sessuali (anche se, a quanto pare, non furono simulazioni - ndr) che impallidiscono oggi di fronte alla cruda realtà di YouPorn». E ancora: «C'è lo stupro, presentato come un atto di liberazione e non di sopraffazione maschile, c'è il femminicidio capovolto che uccide Brando non per lo stupro ma per il suo tardo innamoramento».
Insomma: «Il politicamente corretto è una censura ben più forte della censura dall'alto, perché viene dal basso ed è vissuta da noi come una nostra libera scelta e non come risultato di propaganda».In ogni caso, Ultimo tango resta il film campione di incassi nella storia della distribuzione italiana, con la bellezza di 15.628.773 biglietti venduti. Vero record.
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