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Mani tagliate, costole rotte e conigli morti.Tutti i segreti di Full Metal Jacket

Full Metal Jacket è uno dei film più famosi sulla guerra del Vietman e uno dei più apprezzati nella filmografia di Stanley Kubrick: ma la lavorazione non è stata affatto tutto rose e fiori

Mani tagliate, costole rotte e conigli morti.Tutti i segreti di Full Metal Jacket

Full Metal Jacket - in onda questa sera alle 23.46 su Italia 1 - rientra nella lista di film che hanno cooperato alla costruzione della filmografia del regista Stanley Kubrick, insieme ad altri film imprescindibili come Shining o Eyes Wide Shut.

Ispirato al romanzo Nato per uccidere di Gustav Hasford, Full Metal Jacket deve il proprio titolo a una speciale guaina di rame dei proiettili, che viene citata da uno dei protagonisti all'interno di questo film del 1987.

Full Metal Jacket, la trama

Full Metal Jacket si apre in un campo di addestramento dei Marines, nel 1967: un gruppo di ragazzi sono alle prese con l'addestramento con il sergente maggiore Hartman (Ronald Lee Ermey), che punta a temprare il carattere dei suoi soldati con grida e modi brutali. E a pagarne le spese è soprattutto il soldato Leonard Lawrence (Vincent D'Onofrio), che subisce le vessazioni dell'istruttore, che lo chiama Palla di Lardo.

Altri protagonisti sono Joker (Matthew Modine) e Cowboy (Arliss Howard), il primo con velleità giornalistiche. I due assistono alle umiliazioni di Palla di Lardo e nonostante si rendano conto che i comportamenti verso il soldato siano ingiusti, finiscono con il partecipare ad alcuni atti di nonnismo che spingeranno il ragazzo verso un baratro da cui non saprà riemergere. Mentre la situazione degenera sempre di più, in un crescente alito di violenza, i soldati - definiti ormai idonei al servizio - dovranno scendere in campo e affrontare gli orrori della guerra del Vietnam.

L'incredibile dietro le quinte di Full Metal Jacket

Stanley Kubrick è sempre stato un regista famoso per la maniacalità con cui lavorava sul set dei suoi film. La protagonista di Shining, ad esempio, ne pagò il prezzo con un esaurimento nervoso che l'ha poi condotta verso una malattia mentale che ha messo la parole fine alla sua carriera. Sebbene sia indiscutibile il valore artistico delle opere di Stanley Kubrick, che sono imprescindibili nella storia del cinema, la lavorazione dei film è molto spesso accompagnata da incidenti e problemi e Full Metal Jacket non fa differenza.

Come racconta puntualmente il sito dell'Internet Movie Data Base, anche il set di Full Metal Jacket è stato costellato da avvenimenti problematici e, a tratti, macabri. R. Lee Ermey, che interpreta il sergente Hartman, fu coinvolto in un incidente con la jeep. All'una del mattino uscì di strada e finì con il rompersi tutte le costole del lato sinistro del corpo. L'attore - che in passato era stato veramente un ufficiale dell'esercito - raccontò di essersi sforzato in ogni modo di non perdere i sensi. Continuò a far lampeggiare i fari dell'auto finché un motociclista non si fermò, andando in suo aiuto. Stanley Kubrick dichiarò che ci vollero ben quattro mesi e mezzo affinché l'attore potesse tornare sul set e, anche allora, Ermey non si potè muovere liberamente. In alcune scene, infatti, si vede il sergente Hartman che sembra incapace di muovere il braccio sinistro.

Inoltre, durante le riprese, venne uccisa un intera famiglia di conigli per sbaglio. Stanley Kubrick, famoso per essere un grande amante degli animali, rimase così sconvolto dall'accaduto che decise di mettere un freno alle riprese e dare a tutti la giornata libera. Il che rappresentava un evento davvero raro per un regista tanto stakanovista.

Forse, però, uno dei momenti più agghiaccianti della lavorazione di Full Metal Jacket riguarda il protagonista Matthew Modine. L'attore stesso ha raccontato, secondo IMDB, che un giorno chiese a Stanley Kubrick il permesso di lasciare il set, dal momento che sua moglie stava per avere un parto cesareo e lui non aveva più scene da girare. Stanley Kubrick, però, non era propenso a lasciarlo andare: gli disse che avrebbe finito con lo svenire alla vista del sangue ed essere d'intralcio ai medici. Matthew Modine insistette e quando si rese conto che il regista non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare, minacciò di tagliarsi una mano di modo da essere trasportato comunque in ospedale. Rendendosi conto che il suo protagonista non stava affatto bluffando, Kubrick lo lasciò andare, facendogli promettere di "tornare immediatamente non appena sarà fatta".

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