Cultura e Spettacoli

Grammy 2022, vince Olivia Rodrigo e Jon Batiste. Web in rivolta

Poche sorprese ai Grammy 2022, se non la premiazione di Jon Batiste, il momento dedicato all'Ucraina con la performance di John Legend e il discorso del presidente Volodymyr Zelensky

Grammy 2022, vince Olivia Rodrigo e Jon Batiste. Web in rivolta

Non c’è stato nessuno “schiaffo” durante la lunga, lunghissima, cerimonia di premiazione dei Grammy 2022, ma non è stata una cerimona esente da polemiche, quella che è andata in scena ieri notte all'Mgm di Las Vegas e che ha visto il trionfo dell’emergente Olivia Rodrigo e non solo, e qualche esclusione eccellente. Cominciando proprio dalla Rodrigo, secondo molti critici, l'ex stellina Disney avrebbe potuto fare piazza pulita dei premi più importanti, mentre ha portato a casa solo quelli per il miglior album pop Sour, migliore performance individuale pop Drivers license e come migliore artista emergente. Oltre a lei, incetta di premi per Jon Batiste. Il jazzman che era arrivato alla vigilia della premiazione con undici nomination, (forse la vera rivelazione) ne ha portati a casa cinque, tra cui quello per l'album dell'anno grazie a We Are, ispirato al movimento Black Lives Matter. E ancora i Silk Sonic il duo formato da Bruno Mars e Anderson che ha trionfato per la miglior canzone e il best record of the year, grazie a Leave the Door Open.

Un premio, miglior album vocale pop tradizionale, è andato a Lady Gaga e Tony Bennett per l'album di canzoni di Cole Porter Love for sale. Il 95enne non era presente alla serata perchè é malato di Alzheimer. Per lui è stato però il 14esimo Grammy. Uno spettacolo andato liscio nel solito mood american style, tanto più che la cerimonia si è svolta a Las Vegas, luogo deputato all’entertainment mondiale. Ma come dicevamo, non privo di polemiche. E se lo “schiaffo” non c’è stato materialmente, l’Academy ne ha però deputato uno morale, per il terzo anno consecutivo ai BTS. Sono infatti stati loro i veri trionfatori della serata, sia sul web che nei grandi network americani che hanno cercato di accaparrarseli in ogni modo. Ma partiamo dall’inizio.

L’omaggio ai Foo Fighters

A pochi giorni dalla scomparsa del batterista Taylor Hawkins, si sono portati a casa i Grammy per la miglior canzone, il miglior album e la miglior performance rock pur non presenziando all'evento. “Questo è il momento della serata in cui avrei dovuto annunciare i Foo Fighters. Avremmo dovuto celebrare con loro la vittoria di tre Grammy. Ma loro, naturalmente, non sono qui, per la tragica scomparsa del loro leggendario batterista Taylor Hawkins”, ha detto il presentatore Trevor Noah. A ricordare Hawkins, è stata poco dopo Billie Eilish, che ha reso omaggio al batterista dei Foo Fighters, cantando la canzone Happier Than Ever indossando una maglietta nera con sopra stampato il suo ritratto.

Insomma un grande omaggio ad un gruppo colpito al cuore da un lutto così importante. Ma a parte questo, quello che ha prevalso è stata la celebrazione americana per eccellenza, i gusti americani, le star americane, in una sorta di nazionalismo portato all’esasperazione. Per fortuna l’Italia ha visto la presenza di Elettra Lamborghini (elegantissima in total black) e di Donatella Versace salita a sorpresa sul palco (che ha vestito, e poi "svestito" Dua Lipa e Megan The Stallion) a rappresentare uno spicchio del nostro Paese. Tanto amato a parole e nella moda, poco quando si tratta di premi.

Un pensiero immancabile all'Ucraina

Nella buona regola del “tutto deve essere politicamente corretto” una parte dello show non poteva non essere dedicata alla guerra Russia- Ucraina con la presenza di un video a sorpresa (che era invece saltato agli Oscar) del presidente Volodymyr Zelensky. "Aiutateci, ma non col silenzio. Riempite il silenzio della morte con la vostra musica. La guerra? Cosa ci puo' essere di più opposto alla musica? I nostri musicisti mettono il giubbotto antiproiettile invece dello smoking. Cantano per i feriti. Negli ospedali. Anche per quelli che non li possono sentire. Ma la musica riesce a sfondare comunque, Riempite il silenzio della morte con la vostra musica. Riempitelo oggi con la vostra storia. Aiutateci in ogni modo, in ogni modo ma non con il silenzio. E verrà la pace”, è stato il suo accorato appello. A questo è seguita una performance di John Legend accompagnato da due artiste e una poetessa ucraina, Lyuba Yakimchuk (tutte vestite con i colori della bandiera nazionale), in uno dei momenti più emozionanti della serata.

BTS l’ennesimo schiaffo dell’Academy

Nota stonata, per l’ennesimo anno, quella dei BTS, veri trionfatori della serata con una performance alla “Mission Impossible” sulle note di Butter, la hit mondiale candidata “solo” per il miglior Best Pop/Duo Group Performance categoria vinta da Doja Cat & SZA con Kiss Me More. Nuovamente snobbati all’Academy, in netto contrasto con il reale interesse dei network americani, delle vendite, e del web con milioni di visualizzazioni da ogni parte del mondo principalmente per loro. È una vecchia storia quella che lega l’Academy ai 7 ragazzi coreani, la cui presenza per tre anni consecutivi con numeri da capogiro è stata notata solo dallo showbiz, non dai critici musicali forse un po' troppo snob e nazionalisti. La reazione del web insorto contro questa ennesima ingiustizia è comprensibile: i BTS sono stati lodati con successo di critica e commerciale, inclusi premi in altre cerimonie, ma sono stati fermamente messi da parte dai Grammy negli Stati Uniti. Una vera bizzarria se si pensa che i mega screen di tutta Las Vgas sono settimane che trasmettono solo le loro immagini come maggiore attrattiva dei Grammy, e perfino il municipio della città si è colorato di viola (colore che identifica la band e il rapporto con le fan da qui la frase "I purple you" ndr) in onore dei prossimi concerti sold out, che la band terrà in città tra qualche giorno.

"Penso che l'affronto fosse dovuto all'atteggiamento dei Grammy nei confronti delle band di ragazzi e ragazze pop adolescenti", afferma il dottor Gyu Tag Lee, professore associato di studi culturali, critica dei media, musica popolare, K-pop e hallyu alla George Mason University Korea in un’intervista a Elle. Sottolinea che anche le band pop adolescenti di maggior successo a livello globale, come New Kids On The Block, i Backstreet Boys, NSYNC, le Spice Girls e One Direction, non hanno vinto categorie significative ai Grammy, sebbene un paio siano state nominate. "Sono trascurati anche se i loro valori sociali, culturali e persino politici sono diversi". Uno sgarbo che è stato notato non solo dai fan, ma anche dalle star presenti nella serata da Lady Gaga a Olivia Rodrigo, a Donatella Versace, che più che il principio o l'appartenenza culturale, hanno guardato alla sostanza e ai numeri impressionanti realizzati dalla band. Non parliamo di “Asian Hate" o forse non è corretto farlo, ma è dal web che questa potente voce si è alzata.

E come si dice “Vox Populi, vox Dei”.

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