Cultura e Spettacoli

"Gridiamo insieme: siamo tutti antifascisti". Lo scivolone rosso a Venezia

Il regista brasiliano Pedro Harres arringa la platea della Sala Grande del Palazzo del Cinema: piovono applausi per la sua denuncia antifa

"Gridiamo insieme: siamo tutti antifascisti". Lo scivolone rosso a Venezia

Si chiude oggi la settantanovesima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Un'edizione ricca di film, di star ma non solo. A pochi giorni dalle elezioni politiche, non sono mancate le prese di posizione di attori e attrici, registi e registe, e così via. Non sono mancati i richiami antifascisti, e l'ultimo appello è arrivato direttamente nel corso della cerimonia di premiazione.

A "infiammare" la platea della Sala Grande del Palazzo del Cinema ci ha pensato il regista Pedro Harres. Ritirando il Gran Premio della Giuria Venice Immersive per "From the main square", il cineasta brasiliano ha voluto lanciare un messaggio:"In Brasile non solo il cinema è in pericolo ma la democrazia. Noi dobbiamo gridare più forte possibile contro questo pericolo. Insieme gridiamo: siamo tutti antifascisti".

L'accorato intervento di Harres ha riscosso grande successo. Tanti applausi per l'artista, che però non è stato l'unico a puntare sui temi antifascisti. Il primo episodio è stato registrato già nel giorno dell'apertura del Festival "grazie" al documentario "Marcia su Roma", diretto da Mark Cousins. L'americano, infatti, ha puntato forte sul parallelismo tra l'ascesa del fascismo e l'ascesa di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia e "favorita" per la vittoria al voto del 25 settembre.

"Oggi ci sono molti più governi di destra di quanti io non ne ricordi in tutta la mia vita, e io ho 56 anni. Ungheria, Polonia, India, Brasile, l'America con Trump e adesso anche in Italia il pendolo sta oscillando verso destra. Questa è una condizione molto pericolosa", il giudizio di Cousins ai microfoni di Adnkronos. Oppure come dimenticare l'attacco frontale di Elodie, protagonista al Lido di un film nella sezione Orizzonti, sempre contro la Meloni.

E ancora: da Loredana Bertè a Ficarra e Picone, l'elenco è folto.

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