da Venezia
Sono servite otto attrici per raccontarne una sola. È bella e intelligente l'idea che ha avuto Francesco Patierno, per raccontare un'interprete del valore di Valentina Cortese con una carriera divisa tra Hollywood, Roma, Parigi e Milano. Per il film su di lei Diva!, presentato fuori concorso e in onda a dicembre su Sky Arte Hd, ha scelto di far vivere le parole della sua autobiografia Quanti sono i domani passati, pubblicata nel 2012 da Mondadori quando l'attrice stava per compiere 90 anni, attraverso l'interpretazione di attrici come Barbora Bobulova, Anita Caprioli, Carolina Crescentini, Silvia D'Amico, Isabella Ferrari, Anna Foglietta, Carlotta Natoli e Greta Scarano. Ognuno dei tanti passaggi della carriera e della vita di Valentina Cortese rivive insieme alle immagini delle sue interpretazioni e di un affascinante materiale di repertorio anche di Luce Cinecittà che ha collaborato alla produzione. «Devo ammettere - spiega il regista - che conoscevo poco la storia di Valentina Cortese. Ho letto poi la sua biografia e dietro l'immagine iconica dell'attrice vecchio stampo col foulard che le copre i capelli, ho scoperto invece la storia appassionante di una donna che ha vissuto 90 anni della sua vita di eccezionale intensità tra incontri e amicizie straordinarie, grandi amori». Scegliendo di raccontarla, un po' a ritroso, partendo dal film del 1973 di François Truffaut Effetto notte. Nel quale, ricorda l'attrice interpretata in questo segmento da Anna Foglietta, il suo personaggio era senza sceneggiatura «perché il regista voleva che improvvisassi, ebbi gli attacchi di panico e dovetti rimandare le riprese del film». Il film vinse poi l'Oscar come miglior film straniero e quando Truffaut ritirò la statuetta la ringraziò dicendo: «È stato facile vincerlo quando si ha Valentina Cortese».
Francesco Patierno riavvolge subito il nastro del racconto della «Diva» Cortese per portarci a Hollywood dove l'attrice approdò nel 1948 con la 20th Century Fox: «Sette anni e pochi soldi, i primi giorni passavo da un party all'altro dove incontrai Joan Crawford». Lì conobbe anche Richard Basehart, il suo Dick, un bell'attore in carriera che sposò a Londra nel '51. Nella Mecca del cinema Valentina Cortese aiutò gli inizi di attrici come Audrey Hepburn, ma certo a Hollywood non era tutto rose e fiori e il lato b del mondo dello spettacolo includeva anche incontri che all'attrice non piacquero. Come quando il capo della Fox la invitò in una mega-villa: «Gli uomini ballavano senza cravatta che era legata lì sotto, avete capito dove», racconta l'alter ego in Diva! Isabella Ferrari. «Capii presto che era una specie di orgia. Lui mi mise le mani addosso. Gli gettai in faccia il whisky dal bicchiere, urlandogli fai schifo, in italiano». Ecco dunque il ritorno in Italia, l'incontro con Antonioni e, soprattutto, il teatro che non abbandonerà più. Grazie all'incontro fondamentale con Giorgio Strehler che diventa uno dei suoi grandi amori (un altro fu quello di Victor de Sabata, famoso direttore d'orchestra): «Nel 1966 portammo all'estero I giganti della montagna e una sera il teatro crollò giù con 48 minuti di applausi».
Il rapporto con il grande regista non fu naturalmente sempre semplice e in Diva! Patierno affida all'unico attore maschio, Michele Riondino, la lettura di una lettera incendiaria che lui le scrisse piena di «Valentina stupidina», «mia adorabile cretina, assassina mia», «hai la testa più balenga che io abbia mai conosciuto». Ma anche di un commovente: «Ma come fai a non capire che ti voglio bene? Senza di te sarei un soriano senza baffi e i gatti senza baffi non stanno in piedi, sbandano, lo sapevi?».
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