Mica solo venerati maestri. Anzi. Passando al setaccio il raccolto discografico dell'anno rimangono in evidenza gran bei dischi di giovani promesse (per continuare a dirla con Arbasino). Giovani e molto defilati, spesso. Come Landing on a hundred dello scatenato Cody Chesnutt. Lui, che non è un ragazzino visto che ha 44 anni, finora ha pubblicato appena tre dischi mescolando rock, funk, soul e pure i blues come riesce a fare solo chi conosce bene la tradizione americana senza diventarne vittima. Gran disco (lo ascolterete in diretta martedì a Moby Dick su Rairadiodue). Come quello di Bat for Lashes, formazione inglese a geometria variabile che ruota intorno a Natasha Khan, bravissima ed evocativa. Il suo The haunted man è un manuale di elettrofolk pieno di beat machine e inzaccherato da ricordi di Cure o Stevie Nicks. Visto che è una cantastorie a muso duro, molti la paragonano a Tori Amos oppure a Fiona Apple (anche lei grande quest'anno con Every single night). In realtà è unica. E difatti è finita in quasi tutte le classifiche. Diventerà sempre più famosa. E non è la sola. Oltre a Mumford & Sons e Lumineers (ormai star specialmente negli States), il 2013 sarà l'anno anche di Michael Kiwanuka, giovane inglese soul sulle orme di Bill Withers e addirittura Otis Redding, che con Home again ha lasciato un segno. E occhio anche all'indie pop del trio inglese The XX che in Coexist ha fatto capire di saper trovare grandi melodie e di saperle suonare assai bene. Certo, per vendere palate di dischi o biglietti bisogna combinare tanti fattori, tra i quali uno non secondario è la fortuna.
Perciò magari gli australiani Tame Impala rimarranno in seconda fila anche se il loro Lonerism è uno dei dischi dell'anno. Spesso il rock, si sa, è costruito da vincenti sconosciuti. E poi reso famoso da perdenti di successo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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