Sanremo 2013

"Io sono una rockettara Mai seguito Sanremo anche se lo condurrei..."

La top model sulla kermesse ha le idee chiare: "Sobria come i tempi di crisi che viviamo"

"Io sono una rockettara Mai seguito Sanremo anche se lo condurrei..."

nostro inviato a Sanremo

Eh no, con lei il cliché della bellona sciocchina non funziona proprio. Altrimenti, figurati se Fazio l'avrebbe invitata, lui così attento all'etichetta della donna vera. Comunque, Bianca Balti prima che una top model è una ragazza solare, simpatica, ironica, semplice, disponibile e anche, come si dice, «parlante». Anzi un fiume in piena di pensieri e battute. «Mai avrei accettato - chiarisce subito - di venire all'Ariston per fare la bella statuina e la valletta che porta le buste. Ho accettato la proposta di Fazio proprio perché ci siamo trovati d'accordo su questo». Be', certo, poi gli abiti fascinosi sul palco li ha indossati, «mica posso entrare nuda», ha scherzato con i giornalisti, «anche se un po' nuda sì». Lei, che è la testimonial di Dolce&Gabbana e di molti altri stilisti, da Missoni ad Armani, e volto di numerose campagne pubblicitarie, è arrivata a Sanremo come ospite per la serata finale del Festival, entusiasta per la partecipazione anche se non ha mai visto la kermesse in vita sua. Nonostante sia italianissima, nata a Lodi ventinove anni fa, e viva a Milano con la sua piccola Matilde di cinque anni.
Bianca, lei è una delle pochissime italiane immuni dal Festival...
«Da piccola in casa mia non lo si guardava. Solo qualche spezzone nei tg. Poi invece mia mamma si è appassionata, ne ha fatto quasi un'ossessione. Veniva tutti gli anni fuori dall'Ariston con le sue amiche a caccia di autografi».
Be', allora questa volta sarà entrata in sala con tutti gli onori...
«Ma noooo, pensa che sfortuna. Quest'anno era così contenta che ci fossi io... E invece è in albergo ammalata. Se lo è visto in tv con mia figlia».
Quindi lei non conosceva nulla del Festival.
«Però quest'anno, dato che ci dovevo venire, l'ho seguito tutto fin dall'inizio. E devo dire che mi sono appassionata moltissimo, anche se questo non è il mio genere di musica. Ma il meccanismo della gara con le due canzoni mi ha coinvolta, facevo il tifo».
La canzone che qui le è piaciuta di più e, invece, quella che lei in assoluto preferisce?
«Mi ha molto divertita quella che ha vinto tra i giovani, Mi servirebbe sapere, di Antonio Maggio. Io ascolto il rock, gli Who su tutti. Ora sto leggendo la biografia di Pete Townshend».
Fazio è già in predicato di condurre anche il Festival del prossimo anno. Visto che lei si sta così appassionando, le piacerebbe prendere il posto della Littizzetto?
«Assolutamente sì. Mi piacerebbe tanto: già quest'anno avrei voluto venire tutte e cinque le serate. Ovviamente presenterei il Festival soltanto nel caso in cui potessi esprimermi, partecipare come una vera partner del conduttore. Certo non come fa Luciana, con la sua grande comicità, ma con il mio modo di essere».
Oltre alla musica, che cosa le è piaciuto quest'anno?
«Il fatto che sia adatto ai tempi che viviamo: semplice, sobrio. Senza lustrini, abiti eleganti e cose eclatanti che non si adattano alla crisi che stiamo vivendo».
Tempi duri... Lei dall'alto della sua esperienza, avendo girato tutto il mondo, come vede il nostro Paese?
«Come tutti, sono preoccupata. Ma io odio la politica, anzi i politici. Metterò la scheda bianca nell'urna. Sarebbe sbagliato non andare a votare, però voglio mostrare la mia protesta. Questi politici, non solo quelli italiani, arrivano al potere che sono già corrotti. Ci vorrebbe un ricambio generazionale».
Insomma, si sente ancora un po' squatter come quando andava all'Università e viveva in una casa occupata...
«Ma no... cose giovanili. Io non sono di sinistra, come qualcuno mi ha voluto etichettare».
Ma, per restare in Riviera, si è riconosciuta nelle imitazioni di Crozza?
«Mi è piaciuto moltissimo. Penso che quella contro di lui sia stata una contestazione stupida. Ha attaccato tutti, in par condicio, da destra a sinistra. E l'imitazione di Berlusconi non mi sembrava così dura, avrebbe potuto essere anche più cattivo, è stato fin troppo clemente».
Dunque, non sogna un futuro in politica. Le piacerebbe fare carriera al cinema? Un altro film dopo Go Go Tales di Abel Ferrara?
«Se si presenta una buona occasione. Così come ho fatto con la moda. E solo se posso affrontare il set seriamente preparandomi molto.

Così come farei per un eventuale Sanremo».

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