"Missione safari", arriva il nuovo documentario interattivo di Netflix

Bear Grylls è la pedina attraverso cui gli spettatori hanno modo di sviluppare il pensiero laterale, vivendo missioni che rispondono a due diktat: mai mollare e avere sempre un piano B

"Missione safari", arriva il nuovo documentario interattivo di Netflix

Su Netflix oggi arriva Scuola di sopravvivenza: Missione safari, il nuovo documentario interattivo per tutta la famiglia diretto da Ben Simms e con protagonista l'esperto di missioni estreme Bear Grylls.

L’innovativa tecnologia interattiva, introdotta per la prima volta nel 2018 con “Black Mirror: Bandersnatch” e già mostrata nella prima serie di “Bear Grylls - Scuola di sopravvivenza (You Vs Wild)” uscita nel 2019, regala allo spettatore un’esperienza semplice e intrigante, quella di prendere decisioni che faranno la differenza nello svolgimento della vicenda sullo schermo.

Nel caso di “Missione safari”, Grylls, alpinista e militare nordirlandese specializzato in tecniche di sopravvivenza, è protagonista di un’avventura ambientata in una delle più importanti riserve naturali del Sudafrica. L’uomo è chiamato a seguito di un improvviso blackout che ha reso inefficace il recinto elettrico di contenimento e ha quindi permesso a un leone e ad un babbuino di fuggire. Sarà necessario andare a recuperare i due animali e ripristinare la corrente prima che altri esemplari si diano alla macchia. Tutto questo mentre incombe un temporale che potrebbe mettere a repentaglio la missione.

Bear Grylls, pseudonimo di Edward Michael Grylls, si presta ad essere il nostro avatar in quello che sembra un videogioco: svolgerà, a suo rischio e pericolo, le azioni che gli ordineremo di compiere e il suo destino sarà quindi nelle nostre mani. Non mancherà, infatti, di rivolgersi direttamente in camera esprimendo talvolta il disappunto per quanto sarà costretto a fare, ma il suo tono resterà sempre scherzoso. Grylls, del resto, di fronte a una miriade di situazioni rischiose, incarna un inno all’ottimismo ma mai all’avventatezza: ogni occasione, per lui, è buona per fare divulgazione classica ma anche per dispensare piccole perle esistenziali.

Da spettatori scegliamo come iniziare la storia, quale missione affrontare per prima e come superare i vari ostacoli disseminati lungo il cammino. In qualsiasi momento possiamo correggere il tiro o osservare cosa sarebbe potuto accadere se avessimo cliccato su una differente opzione.

Di sicuro dobbiamo stare costantemente attenti: “Missione safari” è gradevole e leggero da fruire ma richiede totale partecipazione. Come documentario regala l’adrenalina di essere responsabili di quel che vedremo accadere, mentre la sceneggiatura basica fa tornare un po’ bambini anche gli adulti. Come un vecchio “Manuale delle giovani marmotte” rivisitato in chiave young adult, “Missione Safari” è in grado di avvicinare genitori e figli nella sfida di indovinare la risposta corretta.

L’interattività, pur essendo di ottimo livello non è perfetta, poiché in itinere si presentano inutili ripetizioni: alcune scelte portano a sequenze già viste e il rischio di entrare in un apparente loop temporale è evidente. La durata di 45 minuti, infatti, è indicativa. Qualora imbocchiate un vicolo cieco, ad esempio sbagliando l’ordine con cui decidere di portare a termine le varie missioni, la sensazione è di camminare in cerchio.

Buona la fotografia, incalzante il ritmo e decisivo l’accompagnamento musicale fatto di suoni tribali o temi ansiogeni, a seconda delle immagini.

Tra escrementi di elefanti da interpretare come le famose molliche lasciate da Pollicino e burroni visti in soggettiva, può capitare di salvare un turista, nascondersi dai bracconieri o alimentarsi con una sanguisuga. Tutto grazie al protagonista di quello che è un vero e proprio one-man show in cui, senza un attimo di tregua, si alternano incitamento, cronaca in tempo reale e consigli. Questi ultimi spaziano da quelli di sopravvivenza ad altri che strizzano l'occhio al life coaching. Si ascoltano ovvietà come “mai sfidare un leone affamato”, un meno scontato “mai bere acqua, neanche sé limpida (senza prima bollirla)", si imparano trucchi pratici su come proteggere un accampamento dai predatori o memorizzare qualcosa di importanza vitale. Ci sono poi sottolineature di alcuni momenti topici con esternazioni sempreverdi, mai scontate, del tipo: “Incredibile la forza che riesci a trovare quando non hai scelta”.

Di sacrosanta efficacia il messaggio ecologista, laddove si mostra che la presenza di rifiuti di plastica oramai non risparmia neanche il più remoto dei paradisi.

Insomma,

“Scuola di sopravvivenza: Missione Safari” è uno spiritoso training cui sottoporsi per meglio comprendere il peso delle nostre decisioni e per imparare a ragionare bene anche quando si è sotto pressione.

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