Con la Mullova sontuoso cocktail per «Aperitivo»

Con la Mullova sontuoso cocktail per «Aperitivo»

Ecco una panorami sui tre concerti conclusivi della stagione di «Aperitivo in Concerto», appena terminata al Teatro Manzoni di Milano. Ancora una volta non sono mancati il tutto esaurito e l'entusiasmo del pubblico. I tre concerti finali - il ritorno a Milano del pianista Ran Blake; il contest fra il gruppo Snakeoil del sassofonista Tim Berne e l'ensemble Sentieri Selvaggi diretto da Carlo Boccadoro; la proposta Stradivarius in Rio sono da annoverare fra le impaginazioni più significative dei trent'anni di «Aperitivo». L'attesa per Ran Blake, in trio con Eden MacAdam-Somer violino e Aaron Hartley trombone era carica di tensione. Lo si sapeva pianista magnifico quanto timido, nevrotico e incline al solismo e al dialogo con le cantanti. Al Manzoni tutto si è svolto secondo le previsioni degli esperti e del direttore artistico Gianni Gualberto che definisce Blake un geniale, incantevole, nascosto poeta solitario, creatore di un pianismo notturno ricchissimo di sfumature, echi e ricordi. La politica del confronto fra diversi linguaggi (nel caso: il jazz d'avanguardia e la volontà di rendere appetibile la musica accademica contemporanea) è stata ben rappresentata dalla scelta di Snakeoil, di cui si citava il trionfo di due anni fa al jazzfest di Bergamo, e di Sentieri Selvaggi il cui scopo è nel nome stesso.

Ma l'apoteosi, com'è giusto, è arrivata alla fine con Viktoria Mullova violino, Matthew Barley violoncello (e compagno di Viktoria nella vita), Paul Clarvis percussioni, Joao Louis Nogueira Pinto chitarra acustica. Alcuni spettatori sono arrivati in teatro muniti del cd Stradivarius in Rio , dove Viktoria confessa il suo nervosismo in sala di registrazione perché, pur avendo già ampliato il suo viaggio (si noti la bellezza commovente di questa sua definizione) con Miles Davis e i Weather Report, non aveva mai improvvisato. Bene, ce l'ha fatta, perché il cd dura 48 minuti contro i 75 del Manzoni, stesso programma. E noi sappiamo che nessuno dimenticherà più la divina bellezza del suono di quel violino Stradivari esaltata dalla maestrìa di Viktoria.

E che aver sentito quel suono sulle note di Toada , Falando de Amor , Por Toda Minha Vida , Tico Tico , ha fatto correre il pensiero a chi sostiene che i neolatini non si curano della differenza fra musica «alta» e «popolare» al punto da non percepirla: e questa sarà la buona musica del futuro.

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