Nek con Marcorè, Arisa con Hadley. Le strane coppie della serata da incorniciare

Venerdì i cantanti in gara riproporranno i loro brani con colleghi d'eccezione, come Brunori Sas, Ruggeri e Pequeno

Nek con Marcorè, Arisa con Hadley. Le strane coppie della serata da incorniciare

E poi, quasi alla fine, il Festival si prende una pausa. Da quindici anni (la prima idea è venuta a Tony Renis) il venerdì è la serata dei duetti o delle cover. All'inizio ciascun artista rimasto in gara era chiamato a interpretare un brano del passato. Quest'anno i concorrenti interpreteranno la propria canzone in gara con l'intervento di un ospite. Un modo per ascoltare un'altra volta i titoli che si giocano la vittoria e che, per una sera, avranno suoni e arrangiamenti diversi. Dopotutto ci sono abbinamenti che sulla carta sono imprevedibili. Paola Turci con Beppe Fiorello, ad esempio. Oppure Arisa con Tony Hadley, la voce simbolo del pop new romantic anni Ottanta con gli Spandau Ballet: entrambi si esibiranno con la coreografia dei Kataklò. E se Einar con Biondo ha in comune la partecipazione ad Amici, Ultimo e Fabrizio Moro dividono la provenienza dallo stesso quartiere di Roma (San Basilio) e hanno già duettato insieme nel brano L'eternità (il mio quartiere).

In ogni caso, i confronti stilistici sono sempre stimolanti. Lo è l'incontro tra Ghemon con Diodato e i Calibro 35, tre mondi piuttosto distanti ma in fondo con tanti punti di melodia in comune. Invece Nino D'Angelo e Livio Cori che incontrano i Sottotono sono una delle incognite di questa serata, esattamente come Nek con l'eclettico Neri Marcorè e l'imprevedibile trio formato da Patty Pravo e Briga con Giovanni Caccamo.

Molto più «lineari» le abbinate tra Anna Tatangelo e Syria e tra Loredana Berté e Irene Grandi, entrambe ad alta concentrazione di intensità. Spesso i concorrenti cercano di duettare con artisti in qualche modo musicalmente contigui. Gli Zen Circus e Brunori Sas e Ex-Otago con Jack Savoretti sono uniti dalla ricerca nei testi e dal legame con alcuni pionieri della canzone d'autore. Simone Cristicchi ed Ermal Meta condividono una visione «sofferta» della musica, mentre Motta e Nada hanno molti punti d'incontro nelle tematiche delle rispettive canzoni.

Dal punto di vista strettamente musicale, forse il trio Negrita, Enrico Ruggeri e Roy Paci tocca il vertice, mescolando rock di tante sfumature diverse. Poi, a parte le tonalità calde di Boomdabash con Rocco Hunt, a colpire è l'incrocio tra Mahmmod (occhio al suo brano) con Guè Pequeno, uno di quelli che era difficile immaginare sul palco dell'Ariston. Anche Daniele Silvestri ha fatto il colpo, portandosi in scena Manuel Agnelli (oltre a Rancore che si esibirà con lui per tutta la settimana).

Ma la sorpresa delle sorprese è senza dubbio il ritorno al Festival di Morgan. Sarà ospite di Achille Lauro, che è già candidato al ruolo di rivelazione per il grande pubblico televisivo. Insieme canteranno Rolls Royce, un brano dalle sonorità inizialmente molto rock che si distanziano dal repertorio «trap» di Lauro.

Se si aggiungiamo Federica Carta e Shade con Cristina D'Avena, Enrico Nigiotti con Paolo Jannacci e Il Volo con il violinista Alessandro Carta, si completa un quadro musicale a tinte molto varie che, come quasi sempre accade, trasformerà la serata del venerdì nell'evento musicalmente più sorprendente e memorabile del Festival.

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