Pan - Viaggio sull'isola che non c'è, il politicamente corretto degli attori ipocriti

Pan - Viaggio sull'isola che non c'è è una rivisitazione della favola di Peter Pan e del personaggio di Capitan Uncino, ma si tratta di un film che è stato vittima del politicamente corretto

Pan - Viaggio sull'isola che non c'è, il politicamente corretto degli attori ipocriti

Pan - Viaggio sull'isola che non c'è è il film che va in onda questa sera alle 21.24 su Italia 1. Si tratta di un cosiddetto retelling, vale a dire una narrazione che pesca personaggi di libri e storie famosi per offrire al pubblico una nuova versione. Nello specifico, il film diretto da Joe Wright è la storia di Capitan Uncino, il temibile avversario del Peter Pan di J.M. Barrie, che qui si trova all'origine della sua storia, quando era ancora giovane e non così cattivo come tutti lo conoscono.

Pan - Viaggio sull'isola che non c'è, la trama

Peter (Levi Miller) è un bambino di dodici anni che, dopo essere stato abbandonato dai genitori, non ha fatto altro che passare il suo tempo chiuso tra le mura cupe di un orfanotrofio che sembrava non avere altro scopo al mondo se non quello di mettere a tacere la feroce immaginazione del bambino. Una notte, però, nel bel mezzo di alcuni bombardamenti, Peter viene rapito da una magica nave volante che appartiene al temibile pirata Barbanera (Hugh Jackman) che lo trasporta fino all'Isola che non c'è. Durante la prigionia Peter fa amicizia con un giovane pirata, Giacomo Uncino (Garrett Hedlund) e il suo scagnozzo Spugna (Adeel Akhtar). L'insolito trio decide di formare una coalizione per sfuggire da Barbanera e dai lavori forzati. L'evasione, però, si trasforma in una nuova prigionia, quando i tre vengono catturati dagli abitanti dell'isola, facendo così la conoscenza di Giglio Tigrato (Rooney Mara). Ma, in mezzo ai mille prodigi che l'isola nasconde, Peter è più che mai determinato a svelare i segreti inerenti la sua nascita e la sua vera identità.

L'incoerenza degli attori di Hollywood

Si potrebbe fare una lunga riflessione su come, al giorno d'oggi, l'industria della settima arte stia in qualche modo affrontando una crisi di originalità. Ormai le programmazioni sono piene di prodotti che o sono tutti uguali gli uni con gli altri o sono l'ennesima trasposizione di una storia che si conosce a memoria. Ne è una prova il Pinocchio di Robert Zemeckis appena approdato su Disney+ o il già tanto chiacchierato live action de La Sirenetta. Tra i vari Cenerentola, Biancaneve e fiabe varie, non sorprende che a Hollywood abbiano cercato di cercare nuova linfa narrativa negli antagonisti delle favole, come la Malefica di Angelina Jolie e il Capitan Uncino interpretato sul grande schermo da Garrett Hedlund. E se da una parte questa moria di storie e avventure è sempre più evidente, la situazione non migliora quando queste riproposizioni devono piegarsi a un politicamente corretto che non ha nulla a che vedere coi valori morali di chi lo perpetra, ma appare più che mai una moda, un esercizio di stile da fare per non venire attaccati dal popolo dei media.

Come riporta il sito dell'Internet Movie Data Base anche Pan - Viaggio sull'isola che non c'è non è stato esentato da un buonismo di fondo arrivato solo a produzione finita, quando le riprese erano già state concluse. Proprio come aveva fatto Viola Davis con The Help, dopo essere stata osannata per la sua interpretazione nella pellicola, anche Rooney Mara ha avuto modo di "rimpiangere" di aver partecipato al film. Come si legge su IMDB, infatti, Rooney Mara ha espresso il proprio rimpianto per aver accettato, in qualità di attrice bianca, il ruolo di un personaggio come Giglio Tigrato e, cioè, Nativo Americano. Come riporta il Telegraph, quando l'attrice venne scelta per interpretare Giglio Tigrato alla Warner Bros arrivò una petizione di circa 96.000 firme che lamentava la scelta dell'attrice. In quell'occasione la Warner decise di proseguire e la stessa Rooney Mara non si lamentò. Solo dopo l'uscita del film, in un'intervista rilasciata proprio al Telegraph, Rooney Mara asserì: "Io davvero odio, odio, odio essere da questo lato della conversazione sul whitewashing. Davvero. Non voglio esserci mai più. Posso capire perché le persone fossero arrabbiate e frustrate". Poi ha proseguito: "Penso forse che tutti i quattro attori principali del film dovessero essere bianchi con capelli biondi e occhi azzurri? No, penso che ci sarebbe dovuta essere diversità da qualche parte.

" E sebbene nessuno abbia il diritto di giudicare la morale e le decisioni di un altro essere umano è quantomeno lecito domandarsi perché Rooney Mara non abbia ascoltato prima le voci di coloro che si lamentavano e abbia prima girato il film e poi, forse, recitato la parte dell'attrice pentita, come ha fatto anche il Timothée Chalamet di Un giorno di pioggia a New York.

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