Potere al telecomandoA «Bookshow» libri vitali e non salottieri

C'è un modo di parlare di libri che non è da salotto, elitario, snob. Lo si trova in Bookshow su SkyArte (giovedì, ore 22 e in varie repliche, produzione Minimum Fax). Non ci sono conduttori, poltroncine, vezzi editoriali. C'è un testimonial, un attore o un musicista che racconta nel contesto di una città la predilezione per un autore o il perché di un libro di culto. L'altra sera Francesca Inaudi parlava di Trieste, città della nonna, città femminile, con il golfo che accoglie il mare come in un grembo, ma che ha alle spalle la terra selvaggia del Carso e delle foibe. Era uno spunto per leggere brani da Jezabel di Irène Némirovsky, di Donne che corrono coi lupi (di Clarissa Pinkola Estes), donne selvagge come Trieste, luogo speciale «per coltivare i moti dell'anima». La voce fuori campo guida il telespettatore tra i giardini frequentati da Rainer Maria Rilke, Umberto Saba, Susanna Tamaro, James Joyce e l'amico Italo Svevo. Ragazzi, donne, studenti dicono che cosa e perché leggono. Papà con bambini sulle spalle dicono l'ultima favola letta ai loro figli. Un libraio racconta come ha coronato il sogno di riaprire una vecchia libreria. Girare per Trieste è fare un viaggio dentro noi stessi, un percorso che ricorda il viaggio per eccellenza della letteratura, l'Odissea.

Bonariamente Paolo Calabresi interroga i triestini su Omero. Ottimi i testi, lo studio delle immagini, la scelta delle musiche. I libri sono dentro la vita di tutti, non uno specialità di qualcuno.
Twitter@MCaverzan


di Maurizio Caverzan

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