"Premiano solo le donne", "Meritava l'Italia". Polemica sul Festival di Venezia

Come ogni edizione, i premi della Mostra accendono il dibattito sui social network. E le scelte della giuria presieduta da Julianne Moore fanno parecchio discutere

"Premiano solo le donne", "Meritava l'Italia". Polemica sul Festival di Venezia

La Mostra del Cinema di Venezia è giunta al termine. Rese note le scelte della giuria presieduta da Julianne Moore e composta da Mariano Cohn, Leonardo Di Costanzo, Audrey Diwan, Leila Hatami, Kazuo Ishiguro, Rodrigo Sorogoyen. Ovviamente, non mancano le polemiche. Due i temi principali: i premi assegnati alle donne – troppi e forzati, secondo alcuni – e l’aver snobbato i film italiani.

Il Leone d’oro di Venezia 79 è stato assegnato a “All the Beauty and the Blooshed”, il documentario dell’americana Laura Poitras sull’attivista e fotografa Nad Goldin. Il secondo premio in ordine di importanza – il Gran premio della giuria – è andato a “Saint Omer” di Alice Diop, unica esordiente del concorso principale. L’unico italiano tornato a casa con un riconoscimento è Luca Guadagnino: per il siciliano la miglior regia grazie a “Bones and All”.

Come dicevamo, le scelte della giuria hanno acceso il dibattito sul web. Secondo certi utenti, il Leone d’oro al film della Poitras è stato “forzato”. Da “The Whale” a “No Bears”, altri film avrebbero meritato il prestigioso riconoscimento. Il fattore rosa avrebbe inciso, dunque. In molti hanno notato che le statuette più ambite sono finite alle donne, nonostante la statistica non sorridesse: cinque registe sui 23 film in concorso. Ricordiamo che è il terzo anno di fila che il Leone d’oro è rosa: nel 2020 vinse “Nomadland” di Chloe Zhao, nel 2021 “L’evenement” di Audrey Diwan.

Sul tema è intervenuta anche la presidente di giuria Julianne Moore: “È vero ci sono tante storie dirette da donne, direi che qualcosa sta cambiando nel cinema. Abbiamo oggi l'opportunità di raccontare le nostre storie”. E ancora: “Il fatto che qualcuno non abbia vinto un premio non significa che il suo lavoro non sia di valore. Il premio non è l'unica risposta, l'importante è far sì che tutti possano vedere questi lavori”.

Non è finita qui. C’è chi ha criticato le scelte della giuria per la mancata valorizzazione dei film italiani in concorso, cinque in tutto. L’unico ad aver portato a casa qualcosa è Guadagnino, ma molti avrebbero voluto un premio per “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio o per “L’immensità” di Emanuele Crialese. Questo il giudizio di Francesco Giro, senatore Forza Italia ed ex sottosegretario alla Cultura: “Una edizione molto bella e promettente. Un solo rammarico, ma lo dico senza alcun spirito polemico: potevamo far vincere l'Italia. A Cannes fanno vincere i francesi. Mica sono ingenui. Noi no. Noi premiamo un documentario, e americano. Ma quando hai fra le mani almeno due film eccellenti come le opere di Guadagnino e Amelio premiarli è giusto”.

Come ogni concorso, anche Venezia deve fare i conti con polemiche e baruffe social. Basti pensare al vivace botta e risposta di due anni fa tra Paolo Del Brocco e Alberto Barbera. L’ad di Rai Cinema attaccò frontalmente la giuria di Venezia 77 – “la cui composizione probabilmente non includeva tutte le diverse forme del cinema” – rea di non aver preso in considerazione i “suoi film”, a partire da “Notturno” di Gianfranco Rosi.

Ironico e tagliente, il direttore della Mostra rispose con un tweet caustico: “Canzone del giorno: Bisogna sapere perdere, The Rokes, 1967”. Appuntamento alla prossima edizione e alle nuove polemiche del caso.

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