«Reagan non era razzista. Il regista di “Butler” sbaglia»Il biografo dell'ex presidente Usa

Ronald Reagan razzista in The Butler, il film di Lee Daniels che racconta la storia vera di un maggiordomo nero alla Casa Bianca. Nella pellicola, secondo il biografo Paul Kengor, sarebbero state pesantemente distorte le opinioni dell'ex numero uno degli Usa in fatto di rapporti razziali. A pochi giorni dal cinquantenario del discorso «I Have a Dream» di Martin Luther King, il biografo Paul Kengor ha detto all'Hollywood Reporter di aver parlato nel corso degli anni con cuochi di colore, guardarobiere, medici, agenti del Secret Service alla Casa Bianca e il loro affetto per Reagan «era universale». Kengor, l'autore di Reagan, The Crusader e di God and Ronald Reagan, se la prende in particolare con due scene: nella prima l'ex Commander in Chief interpretato da Alan Rickman si rifiuta, senza motivarlo, di appoggiare una legge che impone sanzioni al Sud Africa per il regime dell'apartheid: prova, a suo avviso, «che i produttori hanno un'agenda politica». La seconda scena è più sottile. Porta alla Casa Bianca nel ruolo di ospiti a un banchetto ufficiale della First Lady Nancy Reagan (Jane Fonda) il maggiordomo interpretato da Forest Whitaker con la moglie (Oprah Winfrey). L'implicazione è che i due personaggi di colore, a disagio come soli neri tra tanti bianchi al tavolo mentre i camerieri che li servono sono afro-americani come loro, sarebbero stati coinvolti per dare un tocco multiculturale all'occasione mondana. «È stato invece un gesto gentile da parte dei Reagan.

Affermare diversamente è una crudeltà», ha protestato il biografo.
The Butler, che nel fine settimana ha sbancato il box office nordamericano con 25 milioni di dollari di incassi, è ispirato alla vera storia di Eugene Allen, il «maggiordomo dei presidenti».

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