Te lo dice guardandoti dritto negli occhi: «Mi sono rimessa in piedi subito per questo disco». Emma è seduta in studio di registrazione e parla delle quattordici canzoni di Fortuna, l'album che esce proprio in un periodo nel quale la fortuna si è messa tra parentesi. Una brutta diagnosi. Un altro intervento. «Più mi dicono male e più mi va bene», canta, anzi quasi urla, nel brano omonimo che sembra un manifesto di Emma Marrone a 35 anni, dopo dieci di grandi successi, concerti, prese di posizione che l'hanno trasformata in un'icona ben più che musicale.
E anche questo album conferma che lei ha sparigliato ancora le carte. Oltre a scrivere qualche brano, si è affidata alla penna di autori bravi come Amara, Giovanni Caccamo o Daniele Magro: «Mi mandano sempre tanti brani e io li ascolto senza sapere di chi sono. Così sono libera da ogni condizionamento», spiega.
E forse stavolta l'album è più «a fuoco» del precedente che non ha avuto vendite esaltanti, come lei stessa ha ammesso. «Io sono una concreta, se le cose vanno male, io lo dico». Lo ha sempre fatto. Ci sono brani come Quando l'amor finisce o Stupida allegria che mettono sotto la luce nuovi riflessi di questa artista vera e verace, a tratti malinconica, sempre impetuosa. Stavolta di Fortuna pensa che «sia bellissimo, divertente, esplosivo» e, non a caso, è stato annunciato dal singolo Io sono bella (ancora il più programmato in radio), scritto da Vasco Rossi con Gaetano Curreri. «Vasco l'ha scritta e riscritta. Mi ha detto: Sono entrato nella tua testa e ti ho rubato dei pensieri. E, prima di farlo, si è documentato, ha visto i miei video, le mie partecipazioni ad Amici». Insomma, un grande professionista. «Il titolo mi è venuto in mente durante il tour di Essere qui, ma il pezzo l'ho scritto solo a luglio. La Fortuna? Non esiste, esisti soltanto tu. Esiste il fato, esistono le coincidenze, ma tutto dipende da te. E io, invece di prendere comode autostrade, spesso ho imboccato sentieri dove mi sono sbucciata le ginocchia».
A settembre ha preoccupato tutti quando ha annullato la sua partecipazione al concerto di Radio Italia a Malta: «Ero incazzata nera, ho pianto più per l'annullamento del concerto che per il resto. Avrei voluto non dire niente. Ma poi ho pensato che fosse giusto comunicarlo per non lasciar partire inutilmente i miei fan».
In ogni caso, tutti con il fiato sospeso. «È successo e l'ho accettato. Alla fine, invece di incattivirmi, mi sono scoperta più serena. Mi sono detta: vado, lo risolvo e torno meglio di prima. La cosa che mi ha colpito di più è stato il rispetto di quasi tutti». E quella che l'ha fatta arrabbiare? «Qualche sciacallaggio, tipo quello di pubblicare mie ecografie false». Ma tutto questo rimane fuori dal disco, non ne viene sfiorato, è accaduto dopo, per fortuna. Nei quattordici brani, da Mascara («È come mi vede Elisa») ad Alibi («Scritta per dimenticare») c'è Emma come è in effetti, senza le sbavature del destino, quella di Luci blu tra fragilità e dolcezza, e quella pensierosa di Dimmelo veramente. «Sì, in effetti mi sento più sicura.
Forse perché gli anni vissuti nella musica sono come quelli dei cani: ognuno ne vale sette». Dieci anni come settanta. Ma di certo non li dimostrerà all'Arena di Verona il 25 maggio (giorno del suo compleanno) quando li festeggerà in un concerto unico: «Anzi quello sarà un festeggiamento diverso, vedrete».
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