Cultura e Spettacoli

"Sembrano chiusi in cella...". L'appello di Boldi per gli anziani delle Rsa

L'attore si è rivolto al presidente Mattarella ed al premier Draghi affinché si adoperino per agevolare le visite dei parenti agli anziani nelle Rsa: "È una situazione disumana"

"Sembrano chiusi in cella...". L'appello di Boldi per gli anziani delle Rsa

É in difesa degli anziani delle Rsa l'appello che Massimo Boldi ha lanciato, nelle scorse ore, al presidente del consiglio Draghi e al presidente della Repubblica Mattarella, affinché il governo trovi una soluzione al fatto che in molte Rsa gli anziani - dopo un anno di pandemia - non possono ancora ricevere visite. "Io, se fossi in una casa di riposo e per via della pandemia non potessi vedere figli e nipoti, potrei perdere la voglia di vivere", ha dichiarato all'Adnkronos l'attore.

Un protocollo preciso per far incontrare i parenti con gli anziani degenti non è mai stato stilato e sono poche le strutture che si prendono la responsabilità di mettere a rischio la salute dei pazienti. Per questo Massimo Boldi ha deciso di spendersi in difesa degli anziani e nel parlare con il Corriere della Sera ha detto: "È una situazione disumana, perché senza vedere i familiari, gli anziani si intristiscono, si deprimono, diventano inappetenti, si sentono abbandonati. Gli peggiorano l'umore e la salute". Una realtà, quella delle Rsa, che l'attore conosce bene perché vissuta prima con l'anziano nonno e poi con sua madre: "Andavo a trovare mio nonno Pietro Boldi all'ospizio di Cesano Boscone, ci è rimasto vent'anni ed è mancato a 99 anni, sereno. In ospizio, stava bene perché noi si andava tutti a trovarlo".

Lui, che il prossimo 23 luglio compirà 76 anni, è ancora in ottima forma e lontano dal dover vivere quella realtà. Ma l'averla vissuta per sette anni al fianco della madre lo ha segnato: "Quando è morta mia moglie Marisa e non mi ha più accompagnato da mia madre, lei non mi ha chiesto nulla ed era lucida e capiva anche troppo. Perché gli anziani chiusi lì dentro hanno bisogno di sapere che i loro cari stanno bene. Vivono una settimana intera per vedere i familiari felici e in salute la domenica. Stare chiusi come in una cella è l'anticamera della morte".

Al Corriere Massimo Boldi ha raccontato di esser stato molto fortunato a poter affrontare la pandemia e il lockdown continuando a lavorare e ora di essere tornato a vedere figli e nipoti: "Senza di loro, non potrei stare". Per questo è consapevole di quello che gli anziani ospiti delle rsa hanno perso con il coronavirus e il distanziamento sociale: "Io non posso neanche immaginare la sofferenza di chi, da un anno, vive come dentro una prigione.

Alcuni stanno male e magari neanche se ne accorgono, ma se stai abbastanza bene, vuoi anche la compagnia della vita di prima".

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