"Sembravo Fantozzi? Un vanto". Sgarbi e i "mocassini da tennis"

Il critico d'arte racconta cosa è successo prima della foto che ha fatto il giro del web. "Odio le scarpe da tennis. Io a quella gara non ci dovevo andare, poi un incendio ha scombussolato i piani"

"Sembravo Fantozzi? Un vanto". Sgarbi e i "mocassini da tennis"

"Odio le scarpe da tennis". Il manifesto dello stile sgarbiano non poteva che essere così, anticonformista. Il noto critico d'arte ne aveva dato una prova concreta nei giorni scorsi, presentandosi su un campo da tennis di Milano Marittima con un paio di mocassini classici ai piedi, affondati nella tipica terra rossa del perimetro di gioco. L'immagine, postata sui social dallo stesso Vittorio Sgarbi, era diventata virale e aveva scuscitato commenti divertiti, entusiastici: il professore, in fondo, era rimasto coerente con il proprio habitus anche in quella circostanza.

Ora, a distanza di giorni, lo stesso esperto d'arte ha svelato i retroscena di quella insolita mise sportiva, dettata - ha confidato - non tanto da un vezzo, quanto dalle rocambolesche circostanze. "Io a quella gara non ci dovevo andare, avevo in programma una data del mio spettacolo su Caravaggio e Pasolini in Versilia. Ma poi un incendio ha scombussolato tutti i piani. Così mi hanno messo su una macchina e mi hanno portato a Milano Marittima... Il punto è che io non gioco a tennis da quando avevo i calzoni corti, sono un dilettante", ha raccontato il professore al Corriere, ammettendo di non essere stato spiazzato dalla richiesta di scendere in campo. "Pensavo di dover far parte della giuria o di avere un qualche ruolo fuori dagli spalti. Poi, all'ultimo momento, mi hanno messo una racchetta in mano".

A quel punto, Vittorio si era dovuto agghindare in fretta e furia. "Mi hanno portato in una stanza per cambiarmi, ma io non avevo nulla dietro. Dunque, bene per la maglietta e i pantaloncini, ma le scarpe da tennis che mi hanno procurato al volo le ho rifiutate", ha ricostruito il critico d'arte, spiegando di aver respinto quelle calzature sportive d'emergenza anche per il fatto che gli andassero strette. "Da quando ho avuto il cancro mi si sono gonfiati i piedi e porto il numero 45. Quelle erano un 43 e col cavolo che mi sottopongo a un'ora di tennis con le scarpe strette. Così ho scelto di tenere i mocassini, chissenefrega", ha aggiunto Sgarbi.

La restante parte della performance sportiva del professore è stata quella immortalata con un smartphone. "E Djokovic muto!", aveva chiosato Vittorio sui social, scherzando sul proprio stile da improvvisato tennista. "Più che altro tutti temevano una mia caduta. Negli anni sono diventato più fragile, sono caduto altre volte ma questa volta mi sono difeso", ha proseguito Sgarbi. Sui social, commentando la mise del professore, qualcuno aveva evocato la mitica partita di tennis cinematografica tra Fantozzi e Filini, quella del "Batti lei...". Chiosa dal critico d'arte: "Meraviglioso.

Un vanto"

Poi, la personale "fatwa" contro le scarpe sportive indossate fuori luogo: "I politici e gli accademici non dovrebbero indossarle. Poi, naturalmente, se si fa sport è del tutto plausibile metterle".

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