Le serie tv? Nascono sul web

Durano pochi minuti a puntata e si possono vedere in qualsiasi momento. Il risultato? Milioni di clic

Le serie tv? Nascono sul web

Il faccione magnetico di Kiefer Sutherland dice già tutto. Anzi, funge da garanzia totale sul prodotto e, più in generale, sullo stato di salute delle cosiddette «web series». Pillole di serial, i vecchi telefilm per capirci, che oggi però cambiano taglia e destino: da televisivi si fanno telematici. E si accorciano. L’attore britannico figlio di cotanto padre Donald, da anni apprezzato attore di cinema e star assoluta dei serial, è il protagonista di The Confession, serie che negli States ha sbaragliato qualsiasi rivale e che dal 23 aprile prossimo giunge in anteprima in Italia sul canale di cinema Empire (empire.twwww.tv), nello spazio Streamit-twwww.tv. Si tratta della piattaforma web tutta italiana che dal 2007 fornisce un servizio tv interattivo e ad alta definizione: canali tematici, accesso da tutto il mondo e opzione on demand. Insomma, una pacchia per gli appassionati, soprattutto di serial che amano scegliere quando vedersi ogni titolo. The Confession, produzione targata Sony Pictures e scritta da Brad Mirman, è considerata la web-serie più «nobile»: è una storia di redenzione e conflitto tra bene e male, dove un killer-cecchino (Sutherland) e un sacerdote (John Hurt) giocano una simbolica partita a scacchi - all’interno di un confessionale, nella notte della Vigilia di Natale - dove le pedine sono le potenziali vittime. Di The Confession sono attese 10 puntate da 5-7 minuti l’una, la prima delle quali verrà trasmessa lunedì alle ore 20 e 45. La serie (che terminerà a metà giugno) sarà visibile anche in loop sul sito di Empire (www.empireonline.it) e disponibile in qualsiasi momento sull’archivio on demand. La cosa curiosa è che The Confession nasce da un’idea dello stesso Kiefer Sutherland che non ha nascosto, da produttore, una particolare soddisfazione: «Tutti hanno accettato di essere pagati di meno - ha spiegato l’attore - perché crediamo che il futuro sia sul web, il più grande network al mondo, in grado di raggiungere una platea amplissima».
Le web series, di qualità più o meno eccelsa, crescono come funghi, entro i nostri confini e all’estero. Sfornano episodi a raffica, nascono e muoiono in continuazione, macinando pubblico. E non è un caso che la pubblicità accorra. Qualche azienda con la vista lunga - come Ikea e Lancome - ha aperto la strada con serie come Easy To Assemble? e Matt The Make Up Idol. Risultato? Milioni di accessi. Negli Usa grande successo ha avuto The Broadroom, web serie pionieristica prodotta da Candance Bushnell, autrice del celebrato Sex & The City, così come ha sbancato #GeeksGuide to Get Girls, realizzata da Sony Uk e incentrata su tre giovani nerd la cui missione è organizzare un party pieno di belle ragazze. In Italia hanno avuto successo serie come In Her Shoes, serie sulla moda e soprattutto sulle scarpe femminili ideata dalla trentenne milanese Lorena Adami: non a casa laureata in Scienze della Comunicazione e già volto noto di serie televisive come Camera Café, Piloti e Ale & Franz Sketch Show. L’idea della moda non è nuova: la web-serie Haute and Bothered, storia di guerre di stile alla scuola di design prodotte dalla Alloy (Gossip Girl) sfornò dal 2009 22 episodi in due stagioni. Dalle nostre parti clic e consensi raccolgono serie come Samantha & Samantha, sit-com con tanto di risate in sottofondo, Corso di cazzotti, Lost in Google e Freaks!, «storica» serie sci-fi che nei primi dieci giorni di vita (nell’aprile 2011) ha raccolto oltre 300.000 visualizzazioni. Senza contare che una delle prime web-serie tricolori - Travel Companions - è stata premiata al Los Angeles Webseries Festival del 2011.

All’estero, grande successo hanno raccolto Lesbian Cops: The Movie, storia sanguinolenta-ironica, protagonista una coppia di poliziotte lesbo dai modi spicci, così come Wainy Days, o il thirller soprannaturale americano 31, protagonista una ragazza che si sveglia sola e intrappolata. Dove? Andate a scoprirlo sul web.

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