Cultura e Spettacoli

Skam Italia 5, una "luce" sulle problematiche della crescita maschile

Per il quinto anno consecutivo Skam Italia fa centro, e anche in questa ultima stagione è riuscito a portare alla luce problematiche giovanili, trattandole in maniera unica ed educativa

Skam Italia 5, una "luce" sulle problematiche della crescita maschile

È davvero difficile raccogliere le idee, ma soprattutto districarsi nel vortice di emozioni dopo essersi immersi nella quinta - e si spera non ultima - stagione di Skam Italia. Da donne, siamo in un certo senso abituate, seppur sempre dolorosamente, a rapportarci agli orrori e allo scempio che spesso si fa del nostro corpo. Dal bodyshaming, agli attacchi social su bulimia, anoressia, alla non accettazione in fase adolescenziale, al revenge porn. Difficilmente però riusciamo a comprendere a fondo le difficoltà della crescita maschile, concentrati più sul sano rapporto con l'altro sesso, piuttosto che su deteminate insicurezze tipiche della crescita dei ragazzi.

Per questo evitando faticosamente gli ostacoli di spoiler o di anticipazioni su questa attesissima quinta stagione, la visione è stata quella delle grandi aspettattive, ma anche dettata dalla più assoluta non conoscenza della trama. Skam Italia fedele remake italiano della serie teen norvegese di Julie Andem, diventata un caso internazionale, in quattro stagioni ha toccato moltissimi argomenti. Dall’omosessualità alla religione, dal bullismo, agli abusi difficile quindi esplorare strade ancora non troppo battute senza scadere nella retorica, vero grande dramma di serie di lunga data.

La scelta della storia di Elia

Invece finita l’ultima puntata, con una reale ammirazione per gli sceneggiatori italiani Alice Urciolo e Ludovico Bessegato che lo hanno firmato, dimostrando quanto talento ci sia ancora nel nostro Paese, si può affermare che la quinta stagione di Skam Italia ha superato le aspettative. La magia riuscita perfettamente è stata quella di poter rendere serio e quindi degno di assoluta attenzione un argomento maschile che nella maggior parte dei casi, dagli stessi uomini, viene goliardicamente definito divertente e frivolo. Qualcosa su cui parlare nello spogliatoio della palestra o nelle cene di calcetto, quando al contrario rappresenta, proprio per il genere maschile, un ferita profonda. Qualcosa di cui vergognarsi e che, soprattutto in età adoscenziale, può segnare per tutta la vita. Il nome medico è ipoplasia peniena, ovvero un pene al di sotto della media sia da non eretto che in erezione. La lunghezza si attesta dagli otto centimetri in giù (la media è di 12-15 cm) per rendere l'idea in maniera scientifica di cosa stiamo parlando.

L’identificazione nella mascolinità

Così mentre uno stupro, l'essere attaccate perché in sovrappeso sono qualcosa in cui facilmente ci si può identificare, quindi comprendere ed empatizzare con il dolore, è difficile farlo con questo tipo di problematica, di cui si parla pochissimo e su cui spesso si fonda da secoli, la forza della mascolinità sopratutto nell’età della crescita. Un argomento che viene perfettamente trattato nella serie con sensibilità straordinaria, anche se con un'angoscia potente che investe lo spettatore, per le vicende del protagonista Elia, (interpretato da Francesco Centorame), accende una luce sulla fragilità maschile, scoprendone i dolori invece che le ombre buie. Quelle che a partire dalla mascolinità tossica, alle norme culturali e ai codici maschili tradizionali, diventano dannose in primis proprio per gli uomini, ma spesso, su di loro al contrario delle ragazze, sono l'unico argomento ampiamente trattato.

Prima di girare delle scene particolari facevo una doccia fredda, ghiacciata. Non ho dei problemi come Elia anzi, ho sempre avuto troppa sicurezza dal punto di vista sessuale, ed è per questo che a un certo punto mi sono detto che avrei dovuto fare qualcosa per sentirmi più vicino a lui. Visto che con l'acqua fredda i tessuti molli tendono a ritirarsi, mi sono messo sotto la doccia. Poi, una volta davanti allo specchio, nudo, mi sono chiesto: e adesso, che cosa provi?”, racconta Francesco Centorame in un'intervista. Il suo personaggio nelle stagione precedenti era una sorta conquistatore che non arriva mai al dunque, e allontanava tutte le ragazze. Solo in questa quinta stagione si scopre il perché, capovolgendo anche lo stereotipo di determinati atteggiamenti dei ragazzi, in cui la paura del giudizio femminile, viene confusa nell'assenza di sentimenti.

La trama

Per dare un’infarinatura sulla trama, sarà proprio Viola (Lea Gavino) una studentessa forte e determinata che, piano piano, costringerà Elia a fare i conti con una scelta impossibile. Poi ci sono loro, gli amici di sempre, di quattro stagioni per i telespettatori, di una vita per Elia, che essendo stato bocciato, li osserva approcciare con l’università, mondo totalmente diverso dai banchi del liceo dove per l’ennesimo anno siede. E sarà proprio a loro, vista l'assenza familiare con una madre defunta e un padre che allontana, a cui rivelerà questo enorme peso della sua esistenza in una sorta di protetta seduta di psicanalisi collettiva. Ci sono proprio tutti in questa quinta serie, annunciata come l'ultima. Eva (Ludovica Martino), Sana (Beatrice Bruschi), Silvia (Greta Ragusa), Federica (Martina Lelio), Giovanni ( un pazzesco Ludovico Tersigni, ex presentatore di X Factor), Martino (Federico Cesari) e Luchino (Nicholas Zerbini). E ancora, Niccolò (Rocco Fasano), Filo (Pietro Turano), Edoardo (Giancarlo Commare), Rami (Ibrahim Keshk), Malik (Mehdi Meskar), Chicco Rodi (Lorenzo Vigevano). Una generale reunion che segue anche storie parallele, vera spina dorsale di un racconto lungo 5 stagioni che ha toccato ogni possibile argomento spinoso, cercando di darne soluzioni possibili. Tutto questo con l’intento di sostenere che il dolore soprattutto nell'età dell'adolescenza, è spesso inevitabile, ma che è l’unico modo che porta all'accettazione e alla crescita.

La sesta stagione

Una delle domande più frequenti degli apassionati della serie, uscita fuori anche in conferenza stampa è se ci sarà un'altra stagione. A questa ha risposto lo showrunner Italiano Ludovico Bessegato: “Su tutto ciò che riguarda una prossima stagione bisognerebbe chiedere a Netflix e Cross Production, non pensavo nemmeno che ci sarebbe stata una quinta stagione perché credevo che la quarta avrebbe chiuso. Se ci sarà questa richiesta e ci saranno ancora storie da raccontare, non vedo perché non continuare".

Uno degli ostacoli più grandi da superare, per la realizzazione di una sesta stagione, sarebbe la questione anagrafica. Una richiesta specifica del format norvegese, che vuole che la serie sia incentrata sul liceo. I vecchi personaggi negli altri remake europei, hanno sempre trovato il modo di tornare nelle nuove vicende e potrebbe essere lo stesso anche per l'Italia, continuando con la transizione iniziata nella quinta serie.

Almeno così si augurano i fan.

Commenti