Cultura e Spettacoli

Una storia sul lato oscuro di Hollywood. In streaming c’è "Al nuovo gusto di ciliegia"

Ambientata nella Los Angeles degli anni '90, la serie di Netflix apre una parentesi sullo stato del cinema di ieri e di oggi tra deliri onirici e sogni infranti

Una storia sul lato oscuro di Hollywood. In streaming c’è "Al nuovo gusto di ciliegia"

È la legge del mercato televisivo di oggi. Ci sono alcune serie tv che, nell’immediato, diventano dei veri e propri fenomeni di massa grazie a una buona campagna pubblicitaria e per un cast di richiamo. Altre, invece, per una serie di fattori, finiscono molto presto nel dimenticatoio. Questo non vuol dire che non siano degne di nota. Anzi, è in queste serie di "nicchia" che si possono trovare delle perle e dei diamanti allo stato grezzo. Un discorso che calza al pennello quando si parla di Al nuovo gusto di ciliegia, serie di Netflix disponibile in streaming dall’estate del 2021, esattamente dal 13 agosto dello scorso anno. In rete sono pochi i blog o i magazine di settore che si sono interessati al drama dalle tinte horror ispirato all’omonimo romanzo di Todd Grimson. Ma per quale motivo?

Sicuramente, Al nuovo gusto di ciliegia è una serie atipica per il pubblico di Netflix che, di solito, è in cerca di prodotti disimpegnati e poco approfonditi. La serie che è stata realizzata da Nick Antosca e Leonore Zion, che per la tv hanno creato anche il disturbante Channel Zero, è qualcosa di unico nel suo genere. E’ un horror, è un noir, è un racconto di fantasia ma è anche una critica pungente e sagace al mondo patinato di Hollywood. C’è da dire, però, che nonostante le buone intenzioni iniziali, nel corso degli episodi (8 in tutto), la narrazione perde molto spesso la bussola, accartocciandosi su se stessa.

Una ragazza e il sogno di diventare regista, la trama della serie tv

Al centro della vicenda c’è la giovane Lisa. Senza una casa e senza un lavoro fisso, arriva a Los Angeles per rincorrere il sogno di diventare una regista. Ha girato un cortometraggio, dal titolo L’occhio di Lucy, che ha destato l’interesse di un ex pezzo grosso del mondo del cinema che cerca di tornare sulla cresta dell’onda dopo anni di insuccessi al botteghino. E così il cortometraggio di Lisa potrebbe diventare un film a tutti gli effetti, e per l’aspirante regista potrebbero aprirsi nuove prospettive di lavoro.

Lisa è consapevole, però, che tutto ha il suo prezzo. Il produttore vuole qualcosa in cambio, ma la ragazza non ha intenzione di scendere a patti con nessuno. Così, una volta che ha rifiutato le avances di Lou, Lisa si trova estromessa dal suo stesso film e per di più si trova senza un ingaggio lavorativo. A un mostra d’arte incontra una donna che promette a Lisa di ottenere la vendetta che sta bramando nei riguardi di Lou. Senza saperlo, la ragazza cade vittima delle sue stesse ambizioni, brancolando in un incubo a occhi aperti dove è impossibile riuscire a trovare la strada verso la luce.

Atmosfere "lynchiane" per un racconto di rara bellezza (ma che funziona a metà)

Abbiamo parlato di una serie atipica. E lo è a tutti gli effetti. E’ atipica, non solo per le serie offerte da Netflix ma perché questo è un prodotto difficile da catalogare, soprattutto per il percorso intrapreso dall’intero comparto televisivo. È un bene, perché in questo modo si può mostrare al pubblico qualcosa di nuovo, fuori dai tecnicismi e da schemi già usurati; ma è anche una trappola perché c’è il rischio di fallire e di portare in tv (e streaming) un prodotto che non sia che convincente in tutto e per tutto. La serie è splendida per la sua regia ruvida e cupa, per la fotografia e per quella bellissima immagine della Los Angeles anni ’90, con i suoi look stravaganti e la musica pop.

Convince per quel ritratto di una donna disposta a tutto pur di raggiungere il suo sogni, e piace per i richiami ai film di Lynch, di Refn e di Cronenberg. Al nuovo gusto di ciliegia è un horror tutto d’un pezzo, che disturba e che incute timore. Peccato che, al di là di tutto questo, la serie si perda troppo spesso in deliri onirici che affaticano la storia e impediscono al pubblico di apprezzare un racconto pieno di sfaccettature che, inconsapevolmente, rivolge uno sguardo ai problemi di oggi.

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Il mondo di Hollywood come non lo avete mai visto

Ma c’è qualcosa di bello. Lì, dove la sceneggiatura zoppica pericolosamente, la storia si "illumina di immenso" regalando allo spettatore un punto di vista sullo stato del cinema e di Hollywood. Oltre alle luci della ribalta, al potere dei soldi e al profumo della fama, Al nuovo gusto di ciliegia si sofferma sul lato oscuro del cinema di ieri e di oggi. Svela i meccanismi poco legali che si celano dietro la realizzazione di un film, e fa intravedere tutto il marcio che si nasconde in quel mondo fatato dove le parole diventano immagini. La serie insegna che non bisogna mai scherzare con i sogni degli altri e che non bisogna mai giocare con il cuore (e il corpo) di una donna.

Perché vedere Al nuovo gusto di ciliegia?

Tra pregi e difetti, la serie regala comunque momenti di "alta" televisione che, di questi periodi, sono rari. E’ cruda, è violenta, è scorretta, è spaventosa, è inquietante ed è vibrante come un pugno nello stomaco. Da vedere solo per chi è in cerca di emozioni forti e per chi cerca un qualcosa fuori dal comune.

Il romanzo di Todd Grimson: 500 pagine di pura gioia per il cuore e la mente

Prima della serie tv c’è da sapere che Al nuovo gusto di ciliegia è ispirato all’omonimo romanzo di Todd Grimson, scrittore prolifico negli Usa e con un tratto forte e pungente. Il libro, in Italia dall’aprile dello scorso anno grazie a Mondadori, è quasi speculare alla serie di Netflix. È un romanzo molto lungo, che si perde in dettagli di troppo e in voli pindarci che fanno perdere il filo del discorso, ma… vince dove zoppica l’adattamento televisivo.

Attraverso la vicenda di Lisa, l’autore tratteggia una foto dolce e amara della Hollywood degli anni ’90, parabola di un mondo che alla deriva di se stesso.

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