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Straziante e sincero. Tornano in tv le storie (vere) di American Crime

Amazon Prime Video riporta in streaming (dopo un lungo periodo di assenza) il "mito" di American Crime. La serie racconta la società al tempo della presidenza di Obama

Straziante e sincero. Tornano in tv le storie (vere) di American Crime

C’è una serie tv che si è persa nell’etere ma che ha fatto molto parlare di sé, nel lontano 2015, quando è apparsa sugli schermi del network a stelle e strisce della ABC. A muso duro e con un linguaggio assai sincero, forse anche troppo per un prodotto trasmesso su un canale generalista, American Crime ha parlato al cuore pulsante degli Stati Uniti, facendo emergere tutto il cinismo di una società squallida e crudele. Creata e prodotta da John Ridley, scrittore e sceneggiatore che nel 2014 ha vinto un premio Oscar per il film 12 anni schiavo, portandosi a casa la statuetta come miglior sceneggiatura non originale, si cimenta con una serie non facile da raccontare e da digerire, che ha lasciato il segno nel mondo della serialità made in USA.

Di American Crime sono stati realizzati solo 29 episodi spalmati in tre stagioni. In onda negli USA dal 2015 fino al 2017 sul canale della ABC, in Italia è stata presentata in anteprima al Roma Fiction Fest per arrivare poi su Tim Vision. Una volta scaduti i diritti di trasmissione, della serie tv si sono perse le tracce almeno fino al mese di agosto del 2021. Il colosso dello streaming di Amazon Prime Video, in un’ottica di riscoperta dei piccoli ma grandi cult della serialità moderna, dal mese di agosto ha inserito in catalogo tutte e tre le stagioni di American Crime. È una serie antologica, quindi ogni arco narrativo ha un inizio e una fine, e ha un valore aggiunto perché il cast – tra cui spicca una fantastica Felicity Huffman - non cambia di stagione in stagione. Resta lo stesso. Sono i personaggi e le loro sfumature che sono diversi. Successo straordinario di critica, gli ascolti sono sempre stati traballanti, tanto è vero che alla fine del terzo arco si è deciso di cancellare il progetto.

Di cosa parla American Crime

Ci troviamo di fronte a una "classica serie crime americana". Così è stato descritto lo show di John Ridley. Questo perché, l’autore è stato bravo nel fotografare un ritratto vivido, crudo e violento dell’America del presidente Obama. Gli Stati Uniti nel 2015, secondo gli esperti di comunicazione politica, stavano vivendo l’era più progressista. La situazione, però, era ben diversa. American Crime mette in mostra tutte le incongruenze, l’odio e la rabbia e il malcostume tipiche di una società falsamente perbenista e poco incline al dialogo. Tre le storie crime e ognuna di queste tocca argomenti sensibili come: l’odio razziale, l’immigrazione, la delinquenza nei quartieri più poveri, l’omosessualità e la prostituzione.

La prima stagione mette in scena le conseguenze di un’aggressione domestica che ha lasciato senza vita un veterano di guerra. La comunità di Modesto in California si spacca in due dopo l’accaduto. La storia viene raccontata dal punto di vista della famiglia, della stampa e dalle autorità che cercano di chiarire la vicenda. La seconda stagione, invece, si sposta a Indianapolis, dove alcune foto private di uno studente del liceo cittadino finiscono in rete. Mentre la scuola cerca di insabbiare la vicenda, è la migliore amica della vittima l’unica persona che si batte per riabilitare l’immagine del giovane Taylor. E nell’ultimo ciclo, che è anche quello più breve, si apre una parentesi tesa e commuovente sulla piaga dell’immigrazione, dove un padre attraversa il confine solo per ritrovare il figlio scomparso.

Il volto di un’America poco tollerante

Da sempre, il pubblico televisivo ha imparato a conoscere un'America che è incline alla tolleranza ed è aperta alla diversità. American Crime, però, racconta qulacosa di diverso. Perché, sappiamo fin troppo bene che gli Stati Uniti sono un popolo pieno di contraddizioni. E la serie tv, senza peli sulla lingua, fa emergere tutto il marcio che la società vuole nascondere.

Come il lifestyle di una classica famiglia medio borghese, il bullismo nelle scuole che non viene punito dai professori e dai dirigenti scolastici, il problema dell’immigrazione che pone l’attenzione su cosa sia giusto o sbagliato per una persona dal diverso colore della pelle, e molto altro ancora. American Crime è un canto di rivolta per i disperati, per gli emarginati, per tutta quella popolazione che viene inghiottita da una società che non li accetta e non li rispetta, ma è anche il ritratto esasperante di una nazione che ha perso la bussola e che ha perso la sua vera identità.

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Cosa c'è dietro il successo? Un affresco popolare "sincero e straziante"

Si è parlato di storie vere e di fatti realmente accaduti. Su questo punto di vista ci sono diverse verità che non sono mai state del tutto confermate. Quanto c’è di vero dietro il successo di American Crime? Il creatore della serie in diverse interviste ha affermato che non si è ispirato a nulla di particolare quando ha progettato lo show: "Ho acceso la tv e ho raccontato il mio punto di vista sul mondo". Nel 2017, invece, è stato il New York Times, in un articolo pubblicato poco prima dell’ultimo episodio, che ha cercato di spiegare dove in American Crime finisca la finzione televisiva e dove cominci la vita vera.

La giornalista, che è stata anche molto critica nei confronti della serie tv evidenziandone i punti di forza e i punti deboli, ha affermato che la serie in questione "ha avuto un tale impatto perché ha infranto ogni regola. Non ci sono canzoni pop né omaggi a storiche icone del piccolo e grande schermo – scrive nell’articolo -. Non è altro che uno show sincero e straziante. Questo perché le storie di American Crime accadono tutti i giorni, ma la gente lo ignora. È un’immersione totale nelle inettitudini della società. Un racconto scioccante e per nulla raro". Di nuovo, fatti di cronaca vera confluiscono nella finzione televisiva. Questa volta però, diversamente dal solito, la vita vera prende il sopravvento.

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Tre crimini, tre ritratti di un malcostume tutto americano

Le storie possono anche essere tutte distinte e separate. Possono avere un inizio e una fine, ma hanno comunque un filo rosso che li unisce indistintamente. Oltre al cast e alla regia di alto profillo, ciò che lega le tre storie di American Crime è il racconto intra-generazionale di una società allo sbando, senza più valori e senza più la voglia di provare a risolvere i propri problemi. Tre archi narrativi per tre storie che parlano al cuore e che portano sul piccolo schermo tutto il “folklore” più tipico dell’America falsamente progressista.

Perché vedere la serie tv?

È audace, è forte, è pungente e colpisce in profondità come un pugno nello stomaco. American Crime è una serie tv che incontra il cinema, è la serie che racconta la vita vera e lo fa con un linguaggio per nulla edulcorato. È una serie per veri intenditori e per quel tipo di pubblico in cerca di un prodotto quanto più vicino al mondo che li circonda. E piace proprio perché racconta di noi, delle nostre paure, del nostro egoismo e del nostro egocentrismo.

È da vedere perché, finalmente, passa in tv il volto di un’America poco fashion ma più vero e sincero.

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