Cultura e Spettacoli

La testimonianza di Dino Grandi: "Benito sperava Parigi non perdesse"

In una lunga lettera inedita, scritta da Dino Grandi a Renzo De Felice il 7 maggio 1978, è riportato un episodio apparentemente curioso e relativo alle reazioni di Mussolini, verso la metà del maggio 1940, di fronte all'invasione tedesca della Francia

La testimonianza di Dino Grandi: "Benito sperava Parigi non perdesse"

In una lunga lettera inedita, scritta da Dino Grandi a Renzo De Felice il 7 maggio 1978, è riportato un episodio apparentemente curioso e relativo alle reazioni di Mussolini, verso la metà del maggio 1940, di fronte all'invasione tedesca della Francia. Da questa testimonianza si evince che Mussolini, a quella data, era convinto che la Francia sarebbe riuscita a bloccare l'avanzata militare tedesca e che l'Italia sarebbe stata così al sicuro dal pericolo di avere i tedeschi al confine. Si tratta di una testimonianza importante che avvalorerebbe, contro una opinione largamente diffusa anche a livello storiografico, l'idea che Mussolini si fosse deciso all'intervento non già per partecipare al «banchetto» della vittoria ma nella illusione che, abbracciando il vincitore, non ne sarebbe rimasto schiacciato. Ecco di seguito il passaggio della lettera relativo all'episodio.

Desidero ricordare un episodio accaduto verso la metà del maggio 1940: se ben ricordo, tra il 15 e il 20 maggio. Otto mesi di guerra bianca erano trascorsi, ma l'Europa già ribolliva. Due mesi erano trascorsi dall'incontro del Brennero quando Mussolini aveva declinato il pressante invito di Hitler ad uscire dalla neutralità e a partecipare attivamente coi tedeschi al grande assalto dell'Europa.

La Germania aveva già fulmineamente occupato la Danimarca, la Norvegia, l'Olanda, il Belgio e le armate germaniche, accerchiando la linea Maginot a Sedan, si dirigevano minacciose in direzione di Parigi. Io ero preoccupato ed ansioso di conoscere le reazioni di Mussolini di fronte all'incalzare degli avvenimenti e con un pretesto d'ufficio (ricordo che si trattava della precisazione giuridica del concetto d'impresa e del concetto d'azienda), domandai di essere ricevuto a Palazzo Venezia. Trovai Mussolini davanti ad una grande carta geografica della Francia sulla quale erano segnate in rosso le linee dell'avanzata tedesca. Mussolini non volle occuparsi dei miei quesiti attinenti il Codice Civile, ma, chiamandomi vicino a sé, davanti alla grande carta geografica, mi disse testualmente: «Questi tedeschi credono di avere già debellato la Francia. Ma si sbagliano, come si sono sbagliati sempre. Essi hanno dimenticato la Marna. Fra Sedan e Parigi, vi sarà ancora la Marna e sarà sulla Marnna che avverrà il grande scontro e ancora una volta i tedeschi non passeranno. Dopo di che Mussolini concluse con accento serio ed ironico ad un tempo l'Italia potrà starsene tranquilla». Queste furono le testuali parole di Mussolini tre settimane prima che egli, senza consultare il Consiglio dei Ministri e il Gran Consiglio, precipitasse nel fatale 10 giugno la nazione nel baratro.

Dino Grandi

Commenti