Cultura e Spettacoli

Panella ha il Covid: "Sono vaccinata, altrimenti sarei in terapia intensiva"

La giornalista ha raccontato di essersi contagiata durante una cena in famiglia e di essere peggiorata giorno dopo giorno: "La pelle bruciava, la gola piena di spilli e sullo sterno avevo una pietra"

Panella ha il Covid: "Sono vaccinata, altrimenti sarei in terapia intensiva"

Il contagio la sera del 24 dicembre. I primi sintomi il giorno di Natale, poi la diagnosi: Covid. Tiziana Panella, giornalista televisiva di Tagadà su La7, non è riuscita a evitare il contagio neppure con due dosi di vaccino, il booster e un tampone negativo fatto prima di andare a Caserta per trascorrere le festività con la sua famiglia.

Fatale il cenone della vigilia di Natale che si è rivelato un vero e proprio focolaio. In lungo articolo scritto per il Corriere della Sera, Tiziana Panella ha raccontato la sua drammatica esperienza: "Mi sveglio, è Natale e sto male e resisto. Il 26 sono a Roma. I sintomi non li riconosco, forse è un'influenza, una intossicazione. Intanto, mi metto in isolamento, aspetto, mi sembra di stare meglio, poi di nuovo male". Il 27 dicembre arrivano le prime telefonate di conferma: un primo contagiato tra i familiari, poi il secondo e così via fino all'esito del suo tampone: positivo.

Così la giornalista si è ritrovata suo malgrado protagonista di una delle tante storie di cui lei ha parlato per mesi in televisione durante questi due anni di pandemia: "D’accordo con i medici che mi seguono, continuo la mia terapia abituale che dovrebbe aiutarmi anche contro il Covid. Non basta, sto male. Alziamo il dosaggio". Lei rimane isolata nella sua stanza, mentre la figlia - negativa - le rimane accanto seguendola attraverso il vetro della camera da letto che si affaccia sul giardino. I giorni passano, la solitudine non aiuta e la malattia corre: "La solitudine della malattia è un’altra storia. Sento il sangue che pompa sotto la pelle e la pelle brucia, mi fa male tutto dai reni alle dita delle mani. La gola è piena di spilli, sullo sterno mi hanno piazzato una pietra, la testa è una trottola che gira e pesa. Ho paura. Sono un soggetto fragile. So che se non fossi vaccinata sarei in terapia intensiva".

La cena del 31 dicembre la trascorre a letto, mentre la figlia cena fuori al freddo per farle compagnia: "Non mi reggo in piedi, mi rimetto a letto e aspetto concentrata la mezzanotte. Lei stappa una bottiglia mignon, ci strusciamo spalle a spalle in giardino e dietro le mascherine urliamo: vaffanculo 2021. Non devo piangere ma poi sono sopraffatta, non c’è modo di fermare le lacrime". Una lotta difficile, che ha riportato Tiziana Panella indietro nel tempo, quando in onda su La7 parlava dei morti che il Covid seminava nel primo lockdown: "Sento la solitudine di chi ha lottato in altre stanze, magari voleva urlare mentre non aveva aria per respirare. È disperante, per chi è nella stanza, per chi è oltre il vetro. Sono morti così, da soli, in tanti, troppi. Le ho raccontate in trasmissione e non trovavo le parole. Adesso quelle storie, quelle vite, quelle solitudini mi feriscono senza rimedio". Ora la giornalista ha superato il momento peggiore ed è in fase di miglioramento pur rimanendo in isolamento.

E invita tutti a prendersi cura di se stessi.

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