Cultura e Spettacoli

"La mia vittoria a Masterchef per tutte le donne che cercano riscatto"

La 28enne Tracy Eboigbodin ha vinto l’undicesima edizione del cooking show: "In Italia non ho mai avuto problemi di razzismo"

Tracy: "La mia vittoria a Masterchef per tutte le donne che cercano riscatto"

“Fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di partecipare a Masterchef e di conoscere delle persone fantastiche, che mi vogliono bene”: è un sorriso raggiante quello di Tracy Eboigbodin, vincitrice dell’undicesima edizione del celebre cooking show. La 28enne ha superato nella finalissima i colleghi Carmine Gorrasi e Christian Passeri grazie al menù “L’abbraccio”, nel quale ha coniugato la tradizione nigeriana delle sue origini e il suo presente in Veneto, nel Veronese.

Qual è stata la prima persona che ha chiamato dopo la vittoria?

“La prima persona che ho sentito dopo la vittoria è stata la mia migliore amica: lei mi ha iscritto a Masterchef e senza di lei non avrei mai avuto il coraggio di partecipare. Lei mi ha dato la spinta per fare questa esperienza”.

Per chi avrebbe fatto il tifo al posto suo?

“Ho stimato tantissimo i miei avversari, sono stati bravissimi: erano agguerriti e per questo mi sono preparata tantissimo. Se non avessi vinto io, avrei voluto che vincesse Christian”.

Qual è l’insegnamento più importante che le lascia questa esperienza?

“Masterchef mi ha insegnato tantissimo non solo dal punto di vista culinario, ma soprattutto a livello umano. Mi ha fatto prendere più consapevolezza del mio carattere e mi ha permesso di mettermi in gioco con le altre persone. Tutti mi hanno arricchito”.

C’è un ingrediente che è diventato un incubo per lei?

“Il mio tallone d’Achille sono sempre stati i dolci, quindi direi lo zucchero (ride, ndr)”.

Masterchef come l'ha aiutata a relazionarsi con le altre persone?

“L’esperienza mi ha aiutato tantissimo, ogni giorno c’è stato un confronto con delle persone che non conoscevo. Piano piano ho capito che dovevo lasciarmi andare. Mi sono arricchita anche io. Sono sempre andata d’accordo, ma ovviamente ci sono delle persone a cui mi sono legata di più e che posso definire amiche. È stato un viaggio interiore enorme”.

Grazie alla cucina è possibile unire le culture, superando i pregiudizi?

“La mia vittoria è molto significativa, ma sappiamo che in Italia esistono già delle cucine fusion, come quelle giapponesi, cinesi e thai. Non è una novità”.

A che età è arrivata in Italia? Ed è mai stata vittima di razzismo?

“Sono arrivata in Italia quando avevo 14 anni, sono sempre stata bene e ho trovato delle persone fantastiche. Ho una mia famiglia, mi sento arricchita: ho in me due culture diverse che convivono benissimo. Non ho mai avuto problemi di razzismo, non ho episodi da raccontare”.

Che ricordo ha del periodo trascorso in Nigeria? E che messaggio trasmette la sua vittoria?

“In Nigeria stavamo bene, mia madre lavorava, ho condotto una vita normale. Poi sono arrivata a Verona, che mi ha accolto benissimo. Non mi sono mai sentita discriminata. La mia vittoria spero possa essere una cosa positiva: ho cucinato per tutte le donne che cercano riscatto e che hanno paura di non farcela. Vorrei dire a ognuna di loro che tutto è possibile, bisogna solo trovare la forza interiore per farcela”.

C’è stata una grande solidarietà femminile…

“In questa masterclass le donne erano sempre tra le più forte, avevano una marcia in più. Ci siamo trovate in sintonia anche a livello caratteriale: non era una cosa forzata ma naturale, tutto completamente spontaneo. Stavamo bene e ci aiutavamo l’una con l’altra”.

Lo chef Locatelli era molto commosso durante l’annuncio della vittoria…

“Rivedendo la finale ho notato la sua commozione: ero contenta che fosse così emozionato per la mia vittoria. Non mi ha fatto capire durante le prove di essere la sua favorita. Mi ha regalato una sensazione molto strana, di orgoglio: mi ha riempito il cuore vederlo commosso”.

Cosa significa cucinare per lei?

“Per me il cibo è diventata una cosa spirituale: io non mangio per nutrire il corpo, ma per nutrire l’anima. In Italia ho capito il piacere di scegliere, di andare al ristorante e prendere un cibo particolare: ogni volta che mangio e cucino c’è qualcosa di magico, sono contenta e quando invito qualcuno a casa voglio fare di tutto, come una macchina da guerra (ride, ndr)”.

È stato difficile mantenere il segreto della vittoria?

“In realtà no, è stato facile. Sono stata abbastanza brava, mi sono divertita a tenere il segreto (ride, ndr)”.

Cosa ha fatto in questi mesi? E quali sono i suoi progetti futuri?

“In questi mesi di ‘attesa’ ho continuato a studiare, a pensare al libro e alle ricette. E ho fatto una vacanza, ne avevo bisogno (ride, ndr). Nel futuro non lo so, sono pronta a valutare eventuali sfide e cambiamenti: sono pronta a mettermi in gioco, non vedo l’ora di iniziare il corso (quello di alta formazione presso ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana ndr). Ho tanta voglia di imparare. E magari fare delle cene a domicilio come chef, per farmi conoscere.

L’aspetto familiare e conviviale mi piace”.

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