Dicono le cronache: la politica è affare di etere ed efebi, e questo anche in provincia. Per limitarci a come il cinema ha rappresentato il Triveneto di fronte al desiderio, Treviso è stata sfondo di Signore & signori di Pietro Germi e ora Trieste è la cornice di Diverso da chi? di Umberto Carteni.
In quarantanni, qualcosa è cambiato. Oltre alla quasi scomparsa della qualità nel cinema italiano, nel popolo italiano cè stata lassuefazione allo scandalo. Già Germi notava come esso suscitasse un moralismo più borghese che cattolico; ora Carteni coglie che esso cade nella quasi indifferenza. Anche lo scandalo finisce con lannoiare
Ecco dunque un giovane, bello e colto progressista (Luca Argentero), che convive da quattordici anni (con letà apparente di Argentero, si direbbe che abbia cominciato da ragazzino) con un coetaneo, anche lui bello, colto e progressista (Filippo Nigro). Il primo dei due vince le primarie del Pd e si candida a sindaco di Trieste. Per bilanciare la sua candidatura, come possibile vicesindaco gli è affiancata una quarantenne (Claudia Gerini) divorziata che, però, pronuncia la parola famiglia ogni due per tre.
Le contraddizioni della coppia elettorale vorrebbero far sorridere per il primo quarto dora. Poi si delinea - sbrigativamente - la svolta, con lomosessuale aspirante sindaco che si rivela bisessuale, mentre laspirante vicesindaca si rivela disinvolta e capace di intrattenere una relazione «adulterina». Trasgressione nella trasgressione, dunque. Ma ecco - un colpo al cerchio, uno alla botte - profilarsi il ritorno all'ordine, imposto da una gravidanza.
Realizzato con mestiere, secondo una logica buonista per i personaggi omosessuali, Diverso da chi? capovolge, non cancella, i pregiudizi.
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