Prima visione

Frazione del Bronx newyorkese, City Island - che dà nome al film di Raymond De Felitta - è la zona residenziale dove abita la guardia carceraria interpretata da Andy Garcia, sposato con prole. Egli ha un sogno inconfessato: fare l’attore. E ha un figlio segreto, così segreto che nemmeno lui sapeva d’averlo, finché in carcere - come detenuto - l’ha incontrato, ottenendone poi l’affidamento in custodia. Sorpresa della moglie (Julianna Margulies) nel vedersi portare a casa un ventenne ignorante e prestante (Steven Strait), ma anche pronta e abile reazione della medesima, visto che approfitta del giovanotto proprio mentre il marito sta trovando una particina in un film di Scorsese con De Niro... Non vanno dimenticati, in questa fauna, i figli legittimi, in particolare la ragazza (Dominik Garcia-Lorido), che ha sua volta ha un segreto: cacciata dall’università per droga, perduta la borsa di studio, fa di nascosto la «ballerina» in un locale per solo uomini per guadagnare abbastanza e re-iscriversi! Se questa fosse una pochade a sfondo parigino, tutto sarebbe più credibile.
Invece a New York, dove la gente è più disincantata che nel resto degli Stati Uniti, la propensione a rincorrere i sogni in età matura pare poco verosimile. E poi la parte allusiva alla locale cinematografia e al Tribeca Film Festival è particolarmente desolante per un film girato nel 2008, che mirava a esservi ammesso e che in effetti vi ha poi ottenuto, in mancanza di meglio, il «premio del pubblico» nel 2009. Un «omaggio», un «gioco di specchi» che risulta solo una meschina adulazione.

Ma in questo fine di stagione cinematografica - salvo Il tempo che ci rimane di Elia Suleiman, non c’è quasi nulla da vedere - l’adulatore De Felitta ha il pregio di lasciar fare a Garcia - qui nell’ennesimo ruolo di italo-americano, stavolta di nome Rizzo - e di valorizzare la Margulies. Dunque carenza di idee nel soggetto ed eccesso d’astuzia della sceneggiatura sono bilanciati dalla professionalità degli attori.

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