Prima visione

A Venezia e Cannes non sarebbe ammesso. Ma neanche a Locarno e a Deauville. Per tacere di Giffoni o Berlino. Insomma, I mercenari, sorprendente campionissimo d’incassi negli Stati Uniti, è troppo eccitante per essere ammesso tra i consessi snob. Intendiamoci, il fragoroso fumettone avventuroso interpretato, diretto e in parte perfino scritto da Sylvester Stallone, la star più sbertucciata dall’intellighenzia mondiale, non è un capolavoro. Però fila come un diretto e non ti fa sbadigliare mai: roba da far accapponare la pelle al pubblico della Mostra veneziana.
Bisogna dire che l’imperturbabile Sly, nonostante i sessantaquattro anni, è ancora ben conservato. Come i baldanzosi soci reclutati per il film, tutti più giovani per la verità. L’unico coetaneo è Arnold Schwarzenegger, in scena meno di un minuto, giusto il tempo per farsi sparare alle spalle una battuta memorabile, ineguagliabile esempio di autoironia. «Che c... ha?» chiede un tale vedendolo ingrugnito. E l’altro gli risponde: «Vuole diventare presidente». Una particina ce l’ha anche Bruce Willis, misterioso mandante della spedizione su cui si regge l’intera storia. Qualche scena in più l’hanno arraffata invece Mickey Rourke, nel ruolo di un beffardo maestro di tatuaggi con svariati scheletri nel retrobottega, e il voltagabbana Dolph Lundgren, già leggendario avversario russo di Sly sul ring.
A farla breve l’ardimentoso soldataccio di ventura Stallone, dopo un tumultuoso prologo nel Golfo di Aden, si tuffa nella temeraria impresa commissionata da Willis: far saltare il generale Gaza, feroce dittatore dell’immaginaria isola (centroamericana?) di Vilena. Il mercenario s’imbarca con il fido Jason Statham, uno destinato a ruoli da big, il cinesino Jet Li e altri due sveltoni di lungo corso. A fargli da apripista, ecco la caliente figlia del tiranno, che a ben guardare è succube del sadico narcotrafficante Eric Roberts. Poveri baschi rossi di guardia al Palazzo, sono duecento, ma faranno una brutta fine.


Il film va preso per il verso giusto. Guai a sbellicarsi quando Stallone, che prende più botte di tutti i suoi Rocky sommati, rincorre e s’infila in un idrovolante lanciato. Naturalmente senza mutare espressione. Mica è Pacino o De Niro.

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