Baruffa in Consiglio di zona 4, con scambio di invettive e abbandono dell'aula da parte dei consiglieri della sinistra. E così, dopo laccesa lite, rimane senza voto la revoca del teatro per una commedia goliardica che avrebbe ironizzato sulle case di tolleranza.
La trovata non è stata gradita. È accaduto giovedì scorso durante la seduta di Consiglio della zona 4 presieduta da Paolo Zanichelli. All'ordine del giorno la revoca del patrocinio per il Teatro della Quattordicesima ai goliardi milanesi della compagnia Sacra Goliae Conphraternita, che intendevano portare in scena la commedia «Ragazzi in camera»: una satira per il cinquantesimo anniversario della chiusura dei «casini».
Il patrocinio era stato deciso con una delibera il 3 luglio scorso con 25 voti favorevoli su 26 (un astenuto). Fin qui tutto bene. Poi però il presidente ha visto la bozza della locandina che avrebbe dovuto propagandare lo spettacolo ed è balzato sulla sedia. Oltre a un disegno di ragazza «oscenamente» in guepière, autoreggenti e con lo sguardo e le movenze piuttosto ammiccante, una vignetta mostra tre persone in procinto di entrare in un bordello: uno studente, un militare e, sorpresa delle sorprese, un prete. Apriti cielo. In più, sul muro della casa chiusa compare anche una scritta che può essere interpretata in maniera equivoca: «Tenere duro». Una provocazione eccessiva nei toni, inaccettabile per un Consiglio.
Da qui la polemica e la volontà di revocare il patrocinio (cosa mai accaduta prima) per la, presumibilmente, licenziosa rappresentazione.
Dopo un paio di delibere passate fra l'indifferenza generale, alla questione dei «casini» gli animi si risvegliano e il casino succede davvero: oltre un'ora di interventi pro e contro la commedia satirica mentre, scandalizzati oppure divertiti, i consiglieri prendono visione della locandina censurata.
Insomma, moralisti contro liberisti divisi dalla goliardia: una storia antica. Finché a qualcuno scappa un «Se sono state fatte quelle c
sull'Anpi, possiamo fare anche uno spettacolo goliardico». Le voci si alzano, gli animi si surriscaldano, volano parole e per un momento sembra di essere al Consiglio comunale di Brescello con Peppone sindaco. Poi la sinistra, in blocco, abbandona l'aula in segno di protesta facendo mancare il numero legale e la votazione per la revoca di «Ragazzi in camera» salta.
Sarà riproposta l'11 settembre. Ma, venuti a conoscenza della spada di Damocle sul teatro, gli studenti per primi intendono disdire la richiesta di patrocinio. E allora, palcoscenico per scavezzacolli cercasi.
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