da Londra
La crescita economica galoppa nellAsia del 21esimo secolo. Ma il contesto socio-culturale implica libertà sessuali e tolleranza che avanzano a passo di lumaca. Ad accentuare ulteriormente le contraddizioni sono ora le banche daffari, che si ergono a fare da avanguardia alle lotte per lemancipazione. «Banchieri gay cercansi», titolava ieri in prima pagina il Financial Times, dedicando un lungo articolo alle iniziative che queste istituzioni stanno compiendo in Asia per attirare nelle loro fila «i migliori talenti» tra i lavoratori disponibili sul mercato; compresi gli omosessuali.
Credit Suisse, Goldman sachs, Lehman Brothers, Merrill Lynch e Ubs: a essere impegnate in queste campagne sono alcune tra le maggiori banche daffari mondiali. Lehman, ad esempio, ha recentemente promosso «un inusuale evento» presso luniversità di Hong Kong per reperite personale: linvito era specificatamente rivolto a gay e lesbiche. «È stato un successo e la banca intende moltiplicare queste iniziative, scrive Ft». Altre banche daffari lanciano iniziative congiunte, e si organizzano cene, letture e altri eventi attorno al tema dellomosessualità. Questo, prosegue lFt, mentre nella maggior parte dei paesi asiatici gli omosessuali restano discriminati allinsegna dellintolleranza religiosa, sia nella vita di tutti i giorni, sia nel mondo del lavoro. Nella mistica India dai mille volti i rapporti sessuali tra persone dello stesso sono un reato penale; in Malesia cè il crimine di «sodomia». In altri paesi come Thailandia, Filippine e Hong Kong sono cè un po più di tolleranza.
Non sono comunque motivi umanitari a ispirare le banche occidentali.
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