«Per lo Sport sono allenato, ma deciderà il sindaco»

Bianco è stato il secondo candidato più votato della lista Moratti: «Ho fatto il mister, il presidente e ho creato eventi. La città ha grandi potenzialità, vanno sfruttate»

Chiara Campo

È il «golden boy» della Lista Moratti. Ha sbaragliato tutti i candidati big, dall’ex sindaco, assessore regionale e capolista Giampiero Borghini, che nonostante le premesse ha preso 370 preferenze e si è piazzato solo settimo, a Stefano Zecchi che ha incassato 284 voti e un dodicesimo posto. Prima di Paolo Bianco, solo la «superfavorita» Mariolina Moioli, e la distanza tra i due ammonta a poco più di 200 schede nell’urna.
Secondo più votato della lista Moratti e davanti a tanti «big». Che effetto fa?
«Sicuramente fa piacere. Prima del 27 maggio nessuno pensava che potessi avere un risultato così buono. Il fatto che Letizia Moratti in giunta voglia valorizzare le professionalità più che i pesi politici sarà utile ai cittadini. Il mio slogan in campagna elettorale è stato “al servizio dei cittadini”, ora mi piace aggiungere “al servizio della Moratti”. Sono stato allenatore, presidente di società sportive, ho organizzato eventi e partecipato all’associazionismo sportivo. Penso di aver dimostrato le mie competenze in materia di sport e giovani. Ma deciderà il sindaco...».
Cinque anni in consiglio comunale sui banchi di Fi, poi candidato con la Lista Moratti...
«Ho sempre amato la lista civica, più vicina alle esigenze dei cittadini, e stimavo molto la Moratti. Ora è importante che portiamo avanti quanto ha fatto nei mesi di campagna elettorale anche per i prossimi 5 anni: la nostra deve essere una lista radicata nel territorio, la città non va vista solo sotto il profilo delle grandi opere, bisogna affrontare i piccoli problemi del quartiere, come i ritardi dei mezzi pubblici».
Anche il neo sindaco ha messo in cima alla lista i progetti sociali nei quartieri.
«Infatti dobbiamo essere presenti sul territorio, incontrare i comitati indipendentemente dallo schieramento a cui appartengono, partecipare ai consigli di zona, stare in mezzo alla gente. Se la nostra attività si limita al lavoro in aula, recepiamo i problemi senza vederli coi nostri occhi».
Da esperto, cosa va fatto per lo sport?
«L’attenzione per i giovani e l’attività sportiva finora non è stata sufficiente. Abbiamo impianti e strutture come MilanoSport che hanno grosse potenzialità, ma non ancora sfruttate.

Si sente parlare ogni giorno di baby gang, disagio giovanile, e questi problemi si risolvono con la prevenzione, così creando luoghi di aggregazione dove possano fare attività che suscitino il loro interesse, proprio come lo sport».

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