Tokyo 2020

"Imbroglione...". Jacobs ora vuole reagire

La compagna Nicole Daza svela: "Le accuse gli danno fastidio un po' rosica". Intanto l'allenatore Camossi attacca gli Stati Uniti

"Imbroglione...". Jacobs ora vuole reagire

"Vorrebbe rispondere, gli dà fastidio per l'impegno e il sacrificio che ci ha messo. Un po' rosica". Lo rivela Nicole Daza, compagna di Marcell Jacobs, in occasione di una video intervista al Corriere della Sera.

Le accuse del Washington Post e del Times hanno subito fatto il giro del mondo. Con allusioni neanche troppo velate la stampa americana insieme a quella britannica ci è andata giù pesante: "Marcell Jacobs? Risultato scioccante" ottenuto da"atleta sconosciuto" sono i commenti prevalenti dei media anglofoni. Addirittura per il Post i miglioramenti del velocista azzurro sarebbero così "improvvisi e enormi" da essere sospetti.

Il giornale americano ha ricordato che "prima del 2021, Jacobs non aveva mai corso i 100 metri in meno di 10"03, un risultato che non lo avrebbe qualificato per i Trials Usa di giugno", salvo piazzare il nuovo record italiano a marzo e poi migliorarlo tre volte (due volte quello europeo) durante batterie, semifinali e finale olimpica. "Non è colpa di Jacobs – scriveva ancora il WP – se la storia dell’atletica è legata a sospetti per improvvisi e enormi progressi. Gli annali dello sport sono pieni di campioni che esplodono e poi si rivelano dopati". E la conclusione: "Sarebbe scorretto accusare Jacobs. Sarebbe parziale non riconoscere il contesto dei suoi risultati. Jacobs merita il beneficio del dubbio, ma il suo sport no".

A queste illazioni ha risposto la compagna di Jacobs, Nicole Daza durante un'intervista al Corriere della Sera: "Io ne ho sorriso, non mi tocca anzi mi scivola. Non mi sorprende che lo pensino, di solito a vincere sono americani o giamaicani. Due medaglie importanti agli italiani capisco che possa dar fastidio. Conosco lo sforzo fatto da Marcell e non ho dubbi". Come ha reagito invece Jacobs di fronte a queste accuse? "Vorrebbe rispondere, gli dà fastidio per l’impegno e il sacrificio che ci ha messo. Un po' rosica" risponde in tutta sincerità Nicole.

Con ben altra enfasi si è espresso l'allenatore di Jacobs, l'ex triplista azzurro Paolo Camossi, che dal 2015 vive in simbiosi con il ragazzone nato ad El Paso: "Le accuse di doping del Washington Post? Che tristezza, mi viene da sorridere – risponde al MessaggeroCon due record europei e due italiani in tre giorni, Marcell ha fatto praticamente 6 controlli anti-doping, e sono già 18 quest'anno". Poi passa al contrattacco:"Queste insinuazioni non meritano risposta, anche perché vengono da un Paese che ha permesso a un atleta di arrivare alla squalifica per doping (parla del campione mondiale Christian Coleman, sospeso fino al 2022 per aver saltato due controlli, ndr), e che nella velocità ha il più alto numero di atleti bombati".

Infine arriva al nocciolo della questione: "Se uno migliora dev'essere per forza dopato? No, a meno che in un anno non metti dieci chili di muscoli e ti beccano positivo. La realtà è che non ci stanno a perdere. Sulla carta avevano l'oro in tasca con Trayvon Bromell, che neanche è entrato in finale; Ronnie Baker è arrivato quinto, e quello in teoria più debole, Fred Kerley, ha preso l'argento… Mi pare che finora l'unica squalificata per doping nell'atletica leggera sia una nigeriana (Blessing Okagbare, ndr), che si allena negli Usa e con un americano". Insomma più chiaro di così.

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